presso il Centro sociale del collettivo S’idealibera (Via Casaggia 12, Sassari)
PRESENTAZIONE DELLA
MANIFESTAZIONE ANTIMILITARISTA CONTRO LA TRIDENT JUNCTURE (3 NOVEMBRE POLIGONO CAPO TEULADA)
La Trident Juncture 2015, la più imponente esercitazione NATO degli ultimi 15 anni, arriva al culmine e conclude una intensissima stagione di esercitazioni e addestramenti, programmata dall’alleanza per tutto il 2015. L’esercitazione coinvolge 33 Stati, ed è ospitata nei poligoni, nelle basi navali e negli aeroporti militari di Portogallo, Spagna e Italia.
La fase preparatoria dell’esercitazione è cominciata da tempo, mentre dal 3 Ottobre ci troviamo in una fase di “simulazione” e organizzazione dei comandi. La fase operativa a fuoco avrà inizio il 21 ottobre e proseguirà sino al 6 novembre, i centri principali in Italia saranno il comando JFC di Lago Patria (Napoli), il poligono di Capo Teulada in Sardegna e l’aeroporto di Trapani Birgi in Sicilia (che sarà affiancato da altri cinque aeroporti militari: Sigonella, Decimomannu, Amendola, Pratica di Mare e Pisa-Grossetto).
È uno scenario che richiede uno sforzo di consapevolezza e la volontà di agire.
Riteniamo sia necessario continuare ad opporre alle attività militari, per tutta la durata dell’esercitazione, comprese le fasi preparatorie, iniziative e mobilitazioni contro la guerra, le sue strutture, la sua economia, la sua celebrazione (come quella del 4 di novembre) e contro la presenza della NATO, da attuarsi ovunque possibile. In Europa molte sono state e, a breve, saranno le iniziative e le mobilitazioni contro la TJ015, da Cagliari a Napoli, da Marsala a Saragozza.
Nell’ambito di questa ampia mobilitazione la rete No Basi Né Qui Né Altrove si propone di agire il 3 Novembre su uno dei principali teatri di guerra in Italia, il poligono di Capo Teulada, dove è previsto il bombardamento delle flotte NATO contro la costa sarda, lo sbarco di reparti anfibi italiani, USA e del Regno Unito, lo schieramento di reparti di terra che si dispongono a sparare, bombardare e distruggere con ogni tipo di armamento disponibile.
Ci presenteremo, come sempre, con l’obiettivo di inceppare la macchina bellica ed ostacolare lo svolgimento dell’esercitazione, solidali con tutte le altre realtà di lotta antimilitarista ed antimperialista che si preparano a fare altrettanto.
Ripetiamo il nostro appello ad agire sui luoghi della guerra, possibilmente negli stessi giorni, sia per accrescere l’efficacia dell’azione sia per rendere più chiara la volontà generale e diffusa di opporsi e sabotare questo abominio.
MANIFESTAZIONE AL POLIGONO DI CAPO TEULADA
3 NOVEMBRE ORE 10.30
CONCENTRAMENTO PORTO PINO (Sant’Anna Arresi) Via della I spiaggia
PARTECIPIAMO NUMEROSI ALLA MANIFESTAZIONE A TEULADA
IL 3 NOVEMBRE!
NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA
A FORAS SA NATO DAE SA SARDIGNA E DAE SU MUNDU!!
Contatti:
collettivo S’idealibera: https://sidealibera.noblogs.org/ evaliber@autistici.org
rete nobasi: no basi né qui né altrove nobasinoborder@gmail.com
Presentazione del campeggio antimilitarista indetto dal coordinamento No Basi nè qui nè altrove per i giorni 9,10 e 11 ottobre in zona Cagliari.
Tre giorni di mobilitazioni in occasione dell’esercitazione Trident Juncture, per ribadire totale dissenso verso chi trae profitti dalle guerre e chi specula sulla vita e la morte, chi prende parte, investe e contribuisce in favore di un mercato della distruzione, verso chi manipola la realtà per distorcela o celarla in proprio favore, annegando le verità nel silenzio.
Aperitivo benefit & distro contro informazione
Spazio sociale S’Idea Libera; Via Casaggia 12 (SS)
Posted: Settembre 22nd, 2015 | Author:anarcofem | Filed under:General, Iniziative, Militarizatzione | Commenti disabilitati su Pranzo di autofinanziamento GC Nurra + DIBATTITO APERTO SULLE BASI MILITARI IN SARDIGNA
SABATO 26 SETTEMBRE
Pranzo di autofinanziamento GC Nurra + DIBATTITO APERTO SULLE BASI MILITARI IN SARDIGNA
PROGRAMMA DELLA GIORNATA, a partire dalle 13:
– Mercato delle autoproduzioni contadine ed artigiane (invitiamo tutti i produttor*, trasformator* ed artigian* interessati ad aderire alla rete Genuino Clandestino Nurra a partecipare – contattateci a piantagrano@autoproduzioni.net o 3282706510)
– Area informativa e tavolo del libero scambio dei semi.
– Pranzo di autofinanziamento per la rete Genuino Clandestino Nurra. (A breve le info su menu e costi!)
Nel pomeriggio si aprirà un dibattito sulla SITUAZIONE ATTUALE DELLE BASI MILITARI IN SARDIGNA.
Il collettivo Sidealibera di Sassari presenterà le attività della rete NO BASI, NÉ QUI NÉ ALTROVE e il campeggio antimilitarista previsto per il 9-10-11 ottobre nella zona di Cagliari http://nobasi.noblogs.org/
Estendiamo inoltre l’invito a chiunque voglia prendere parte al dibattito, sia come semplice uditore sia con interventi sul tema.
Per maggiori informazioni scrivete a piantagrano@autoproduzioni.net
Parlare di anti-imperialismo, oggi più che mai, significa parlare delle diverse possibilità di azione contro le mille propaggini del capitalismo delocalizzate sul territorio. Parlare di solidarietà e sostegno concreto, non meramente ideale, alle lotte antimperialiste, allo stesso modo, significa mettere granelli di sabbia negli ingranaggi dell’industria di guerra che testa e sperimenta le armi per le guerre d’oltremare.
Se partiamo da questa prospettiva, in Sardegna si aprono numerose possibilità di contribuire in modo attivo alla lotta contro il Capitalismo e le politiche imperialiste. Gli aerei che partono per la Libia, volano dall’aeroporto militare di Decimomannu, le forze armate sioniste si addestrano nei poligoni di Capo Frasca e Teulada, le bombe lanciate in Yemen vengono prodotte nel Sulcis. Una lunga lista di eserciti e aziende della guerra si addestrano e testano le nuove armi proprio nella nostra isola. Read the rest of this entry »
Posted: Giugno 24th, 2015 | Author:anarcofem | Filed under:General | Commenti disabilitati su Assemblea sul corteo dell’11 giugno a Decimomannu
VENERDI’ 26 GIUGNO ORE 18.00 presso lo Spazio Sociale del Collettivo S’idealibera (Via Casaggia 12, Sassari)
ASSEMBLEA SUL CORTEO DELL’11 GIUGNO A DECIMOMANNU
Dopo il corteo dell’undici Giugno a Decimomannu, vogliamo condividere e confrontarci su ciò che la manifestazione ha rappresentato nel percorso di lotta contro l’occupazione militare e quali prossime tappe possiamo definire insieme.
Pensiamo, infatti, che sia importante condividere le nostre letture, proposte o anche critiche (anzi ben vengano) su una giornata importante come quella dell’undici.
Vi aspettiamo!
p.s. come sempre, per non rimanere a bocca asciutta, dopo l’assemblea condivideremo oltre alle idee anche un buon bicchiere di vino e cibo genuino.
Posted: Maggio 22nd, 2015 | Author:anarcofem | Filed under:Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su La mia ora di libertà
GIOVEDI’ 28 MAGGIO 2015
La Biblioteca dell’Evasione presenta
LA MIA ORA DI LIBERTA’ spettacolo teatrale sulla vita in gabbia, non solo per conoscerla, ma soprattutto per odiarla
Un uomo racconta la sua storia, il passo breve dalla libertà alla prigionia, in un monologo che getta luce sulla vita ingabbiata si migliaia di uomini e donne che ogni giorni si svegliano e si addormentano chiusi in un recinto di 1 metro per 2.
con Carlo Valle
ore 20.00
A seguire cena sociale accompagnata da buona musica
Ingresso a sottoscrizione
LA BIBLIOTECA DELL’EVASIONE
La Biblioteca è un progetto che mette libri, riviste e fumetti a disposizione dei detenuti. Su richiesta dei detenuti o dei loro familiari, i libri del nostro catalogo vengono spediti gratuitamente alla persona in carcere con l’unica richiesta, una volta letto, di farlo passare di mano in mano tra gli altri compagni. L’idea è che si possa così creare uno scambio e una “biblioteca libera” che circoli tra i detenuti.
L’obiettivo è quello di creare un rapporto di scambio con i detenuti per conoscere la realtà dentro le galere e rompere l’isolamento che questa società crea nei confronti del carcere e dei carcerati. Abbiamo scelto i libri perché sono uno strumento di conoscenza e di scambio molto forte, ma anche uno dei pochi strumenti di svago concessi a chi è chiuso in gabbia. Conoscere le dinamiche che si sviluppano dentro il carcere, i problemi più gravi che i carcerati hanno, creare dei rapporti di fiducia tra dentro e fuori è la base per iniziare a lottare contro questa aberrazione.
La Biblioteca organizza anche iniziative di contro informazione per far conoscere la realtà carceraria e creare momenti di scambio e confronto con la collettività. Ha attiva una Newsletter mensile con la quale inviamo a chi desidera approfondimenti, documenti e informazioni sul carcere.
Sostenere la Biblioteca è semplice: puoi donare dei libri, partecipare alle nostre iniziative, iscriverti alla Newsletter o proporci tu delle attività.
Posted: Aprile 21st, 2015 | Author:anarcofem | Filed under:Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su 25 Aprile – La Mia Ora di Libertà
Il 25 APRILE 2015
La Biblioteca dell’Evasione presenta
LA MIA ORA DI LIBERTA’ spettacolo teatrale sulla vita in gabbia, non solo per conoscerla, ma soprattutto per odiarla.
Un uomo racconta la sua storia, il passo breve dalla libertà alla prigionia, in un monologo che getta luce sulla vita ingabbiata si migliaia di uomini e donne che ogni giorni si svegliano e si addormentano chiusi in un recinto di 1 metro per 2.
con Carlo Valle
ore 18.00 e a seguire cena sociale accompagnata da buona musica
LA BIBLIOTECA DELL’EVASIONE
La Biblioteca è un progetto che mette libri, riviste e fumetti a disposizione dei detenuti. Su richiesta dei detenuti o dei loro familiari, i libri del nostro catalogo vengono spediti gratuitamente alla persona in carcere con l’unica richiesta, una volta letto, di farlo passare di mano in mano tra gli altri compagni. L’idea è che si possa così creare uno scambio e una “biblioteca libera” che circoli tra i detenuti.
L’obiettivo è quello di creare un rapporto di scambio con i detenuti per conoscere la realtà dentro le galere e rompere l’isolamento che questa società crea nei confronti del carcere e dei carcerati. Abbiamo scelto i libri perché sono uno strumento di conoscenza e di scambio molto forte, ma anche uno dei pochi strumenti di svago concessi a chi è chiuso in gabbia. Conoscere le dinamiche che si sviluppano dentro il carcere, i problemi più gravi che i carcerati hanno, creare dei rapporti di fiducia tra dentro e fuori è la base per iniziare a lottare contro questa aberrazione.
La Biblioteca organizza anche iniziative di contro informazione per far conoscere la realtà carceraria e creare momenti di scambio e confronto con la collettività. Ha attiva una Newsletter mensile con la quale inviamo a chi desidera approfondimenti, documenti e informazioni sul carcere.
Sostenere la Biblioteca è semplice: puoi donare dei libri, partecipare alle nostre iniziative, iscriverti alla Newsletter o proporci tu delle attività.
Posted: Novembre 25th, 2014 | Author:laalto | Filed under:Militarizatzione | Commenti disabilitati su Occupazione militare e spese per il territorio
Pubblichiamo una riflessione che analizza, dati alla mano, quanto costa al nostro territorio la presenza dei militari e quanto di vero ci sia dietro il mito della ricchezza creata dall’industria della guerra. Ci auguriamo, quindi, che questa riflessione sia un primo passo per un dibattito e un’analisi sull’occupazione militare in Sardegna a cui invitiamo tutti a partecipare inviando eventuali scritti, documenti e proposte.
Occupazione militare e spese per il territorio Ovvero il mito della ricchezza creata dalla basi militari
Dopo la manifestazione del 13 Ottobre a Capo Frasca i giornali isolani hanno ospitato (per la prima volta realmente preoccupati che l’ingranaggio mortale delle esercitazioni in Sardegna subisse un rallentamento congruo) un prolungato quanto inconsistente dibattito sul presunto benessere economico creato dalla presenza dell’occupazione militare italiana in Sardegna. Le posizioni in difesa della presenza delle forze armate italiane (e non) sul territorio sardo era come sempre supportata dal fattore “lavoro”, cioè il solito mantra:
“ in una terra di disoccupati le basi militari creano reddito e occupazione”.
Si potrebbe liquidare questa affermazione rapidamente bollandola come “luogo comune”, o rispondere che non ci si può sempre piegare al ricatto del lavoro. Sì potremmo liquidarla così, oppure verificare quanto ci sia di vero in questo tipo di affermazione.
Posta al vaglio della realtà dei dati (che esistono, magari sepolti sotto tonnellate di altre statistiche ma non sono un segreto) la realtà della famosa “ricchezza” portata dalle basi militari più che una realtà risulta poco più di un mito. Parliamo con i numeri alla mano: il tasso di disoccupazione medio in Sardegna nell’ ultimo trimestre (sto prendendo il dato più alto) è del 17,4%, quello di Teulada arrotondando in eccesso è del 24.4%, Villaputzu (PISQ) 23.1%, Perdasdefogu (PISQ) 25%, Arbus (Capo Frasca) 29%.
Sono numeri che hanno bisogno di pochi commenti in realtà, ma non bastano a demolire la leggenda del benessere creato dal vivere dentro il più grande campo minato d’Europa. L’impatto che le basi militari hanno sulle comunità adiacenti è in realtà molto più devastante di quanto possa risultare dalla constatazione della mancata occupazione creata, il tasso di spopolamento del comune di Quirra dal 1971 ad oggi è e del 12% per quello di Teulada è addirittura del 54%. L’assenza di una economia reale, cioè nata dalle potenzialità e dalle capacità del territorio stesso, ha come conseguenza la scomparsa della comunità che abita quel territorio, se il territorio è occupato e inaccessibile, se è reso inutilizzabile dai livelli di metalli pesanti e radiazioni che possibilità ha chi ci vive di valorizzarlo e costruirci un economia prospera? La risposta logica è nessuna possibilità, ovviamente, ecco il perchè di questi numeri. Si potrebbe obbiettare che se questo è vero per i comuni adiacenti alle basi magari per il resto dell’isola gli introiti creati dalla presenza di migliaia di soldati italiani e stranieri sia un buon incentivo per la devastata economia sarda. Immagino che questa affermazione sia stata data per vera ma non considerata valida anche da molti e molte contrari alla presenza militare in Sardegna. Ancora una volta si tratta di un mito creato dalla dipendenza culturale (e anche dal meretricio giornalistico diciamola tutta) di cui siamo vittime e carnefici come tutti i colonizzati.
Il dominio non può essere cattivo e ci porta solo cose buone, così ci viene “insegnato” nelle scuole dello stato italiano, l’Italia ci ha portato la modernità con le miniere (i fucilati dagli sbirri di Bugerru e i morti di silicosi e polmonite non contano) la legge e la costituzione (cacciati come cinghiali nei nostri boschi e lasciati impazzire in carcere) il progresso dell’industria (Ottana , Mortovesme..) insomma alla fine il bilancio risulta sempre positivo, peccato che siano delle menzogne svergognate smentite dal panorama che circonda noi sardi ogni giorno. Un’altra cosa che viene strombazzata come vera ogni 2 giorni è “l’indotto economico creato dai militari”. Niente di più falso ovviamente, partendo dal concetto che nessun apparato di difesa al mondo crea economia (mi spiego: gli eserciti nei bilanci nazionali sono considerati una spesa e basta, per il semplice motivo che non producono proprio un bel niente) e che quindi non si può in nessun modo affermare che crei ricchezza , non resta che capire quanto è il COSTO effettivo dell’occupazione militare internazionale per i sardi. Nel 2011 la spesa totale per la difesa in Sardegna è stata di 649.000.000 di Euro (nel 2007 la spesa era di 568.000.000 quindi è un dato in crescita), in totale rappresenta il 6% della spesa totale pubblica in Sardegna a questo si potrebbe sommare facilmente il costo della “sicurezza”, cioè di carabinieri e polizia, che ammonta alla considerevole cifra di 868.000.000 (altro dato in crescita nel 2007 la spesa era di 788.000.000), che in percentuale ammonta al 8,5%, in totale la presenza armata dello Stato pesa per il 14,5% sulle spese generali dell’isola, se vi sembra una cifra ragionevole sappiate che per l’edilizia pubblica, scuole e case popolari , strade ecc ecc, sono stati spesi 180.000.000, cioè il 2,5% della spesa pubblica , e non deve stupirvi che la cifra spesa è ogni anno inferiore alla precedente , nel 2007 era intorno al 3.8% …….. e se ci prendiamo la briga di leggere i dati in evoluzione negli anni mentre la spesa per farci bombardare dalle aviazioni mezzo mondo è in crescita costante il denaro investito per case e interventi sociali è diminuito drasticamente negli ultimi 6 anni.
Visto che stiamo giocando con i numeri, e che ogni maledetta volta che si mette in discussione l’industria di morte in Sardegna ci viene rimproverato di non essere razionali e concreti, ci piacerebbe aggiungere a questa emorragia di capitali anche quella di risorse umane. Visto che il capitalismo gioca con le parole, giochiamo anche noi con le parole del capitale, rivoltiamogliele contro, se pensiamo al fatto che la Sardegna è al 7° posto a livello italiano per numero di arruolati, quanti son quelli sottratti ad una attività realmente produttiva e proficua per la comunità, mi spiego, quel numero di persone impiegate adesso a produrre morte sul territorio sardo quanta ricchezza potrebbero produrre se diversamente impiegate? Si può facilmente contare come spesa aggiuntiva.
Sia ben chiaro che il discorso fatto fino ad ora non si augura affatto una razionalizzazione del sistema capitalista italiano in chiave umanitaria (per quanto mi consideri poco sveglio non credo di essere così coglione), i numeri elencati fino ad ora servono, per chi li vuole usare, a smontare il mito del benessere distribuito dal sistema di potere in Sardegna, non esiste, non c’è paga per la svendita della propria dignità e della propria terra, il messaggio che le cifre vorrebbero veicolare è questo, il capitalismo non è un commercio fra pari, sulla nostra terra come in ogni angolo del pianeta è mera e brutale rapina.
Tanto per essere più esplicito possibile, se domani smettessimo di “ospitare” le basi militari italiane avremmo risolto il problema abitativo di tutti gli abitanti dell’isola e non solo.
Tutti i numeri che vi ho elencato son facilmente rintracciabili sui siti ISTAT e su quelli dell’esercito italiano, le somme onestamente sono abbastanza facili da tirare, la presenza dello Stato è alla fine dei conti una spesa insostenibile da tutti i punti di vista, e non sto parlando solo dello Stato Italiano, le radici che il potere ha gettato i Sardegna sono cresciute su un terreno ostile, le abbiamo lasciate crescere e ora ne stiamo pagando le conseguenze sotto tutti i punti di vista, sarebbe cosa più che sensata tornare a essere ostili e fertili.
Posted: Novembre 14th, 2014 | Author:laalto | Filed under:Militarizatzione | Commenti disabilitati su IMMOBILIZZIAMOLI – presidio davanti ai cancelli del porto militare di SANT’ANTIOCO mercoledì 19 NOVEMBRE
MERCOLEDI’ 19 NOVEMBRE
SANT’ANTIOCO
IMMOBILIZZIAMOLI!
In occasione dello sbarco di truppe e di mezzi corazzati diretti verso la guerra permanente di Teulada (prevista tra due settimane), si organizza una giornata di mobilitazione presso il porto industriale di Sant’Antioco dove la nave gialla della guerra attraccherà.
Dalle ore 9.00 concentramento nel piazzale antistante i cancelli del porto industriale
Inoltre, Martedì 18 sempre a Sant’Antioco ci sarà una giornata di contro informazione dalla mattina con volantinaggio al mercato fino alla sera in piazza.
Posted: Aprile 18th, 2014 | Author:laalto | Filed under:Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Aprile: sciopero dei detenuti
APRILE
SCIOPERO DEI DETENUTI NELLE CARCERI
Indetto dal Coordinamento dei Detenuti
Il Coordinamento dei Detenuti ha indetto dal 5 al 20 Aprile uno sciopero che coinvolgerà i detenuti di tutti le carceri. La mobilitazione segue quella di Settembre, durante la quale migliaia di detenuti parteciparono alle iniziative di protesta per urlare contro i soprusi del carcere, ma soprattutto per iniziare un percorso di lotta in cui ognuno potesse dare il suo contributo.
Contro le condizioni detentive, i regimi speciali, la detenzione dei malati, il rincaro sui beni venduti in carcere e il sovraffollamento, la mobilitazione vuole essere un momento che riguarda non solo i detenuti, ma tutti coloro i quali fuori pensano che lottare per una società migliore debba necessariamente passare per una lotta contro l’orrore del carcere.
E quando vi chiederete perché mobilitarsi al fianco dei detenuti, di chi si è macchiato (forse) di qualche reato, guardatevi intorno, al lavoro che non c’è, all’impunità di chi ricopre poltrone e posti di comando, alle donne licenziate per maternità, a tutte le volte che sa zustissia si è presa le aziende e le case di chi non poteva più pagare il pizzo delle banche.
Se questa è la giustizia che giudica e condanna, ebbene noi vogliamo essere dalla parte di chi subisce il peso dell’ in-giustizia di questo folle sistema.
Solidarietà ai detenuti in sciopero!
La biblioteca dell’evasione: evaliber@autistici.org
p.s alleghiamo un breve volantino con il comunicato del Coordinamento dei detenuti da diffondere e far girare.
in sostegno allo sciopero dei prigionieri nelle carceri indetto dal Coordinamenti dei detenuti per Aprile
cantano:
FUTTA & GIORGIGHEDDUda Tathari e Cabras
ore 18.00 PROIEZIONE VIDEO SULLE CARCERI
MOSTRA CARCERI IN SARDEGNA- LIBRI – MATERIALE INFORMATIVO – APERITIVO
ore 21.00 CONCERTO HIP HOP
Presso Circolo Su Connottu, Corso Vittorio Emanuele 198, ittiri (SS)
Vi aspettiamo!
COMUNICATO COORDINAMENTO DETENUTI
La mobilitazione all’interno delle carceri, proclamata dal “Coordinamento dei detenuti’’ nel mese di settembre 2013 ha visto di migliaia di detenuti partecipare ad una lotta come da anni non si vedeva.
Nonostante le difficoltà riscontrate nel coinvolgere tutti i penitenziari, i tanti aspetti positivi della stessa ci dicono che la strada intrapresa è quella giusta ed è unanime la convinzione che la protesta sia la sola ed unica risposta contro un sistema inaccettabile; sistema definito da più parti come inumano e degradante, fatto di abusi e pestaggi, che vede tra le sue ultime vittime quella di Federico Perna morto per mano dello stato nel carcere di Poggio Reale. È ora di dire basta!
Noi non ci accontentiamo di aver creato un primo momento di conflitto, noi vogliamo e possiamo fare di più e puntiamo ad una reale modifica di questo sistema carcerario indicendo per il mese di aprile 2014 una nuova mobilitazione con scioperi della fame battiture, rifiuto del vitto e forme di lotta autodeterminate, tanto incisive quanto il contesto più lo permetta, dal giorno 5 al giorno 20 dello stesso mese.
Con questa nuova protesta è nostra intenzione mettere al centro delle rivendicazione l’urgente necessità di un’amnistia generalizzata in nome della libertà e l’abolizione dell’ergastolo.
Ribadiamo il nostro NO a differenziazioni, trasferimenti punitivi e isolamento, rinnoviamo le precedenti richieste quali migliori condizioni di vita, soluzioni alle emergenza del sovraffollamento, il rispetto dei diritti naturali dell’uomo che qui dentro ci vengono negati, l’abolizione dei regimi di tortura legalizzati quali: 41bis, 14bis ed alta sorveglianza dei reati ostativi e la liberazioni di tutti i malati cronici reclusi, riporre speranze nei confronti di chi questo sistema lo ha creato e sostenuto non serve a nulla così come lamentarsi o lagnarsi, noi e solo noi possiamo spezzare queste catene e per farlo dobbiamo iniziare dall’interno consapevoli che la lotta ci rende liberi.
Chiediamo per tanto a tutti i detenuti di non restare indifferenti e contribuire con il massimo delle proprie forze per far si che la mobilitazione del prossimo aprile 2014 sia la più ampia e partecipata possibile.
Ci appelliamo inoltre a tutti i movimenti, alle organizzazioni, ai famigliari dei detenuti e ogni singolo cittadino affinché siano indetti, nelle settimane precedenti la mobilitazione presidi all’esterno delle carceri per fare arrivare il nostro messaggio a quanti più detenuti.
Posted: Marzo 4th, 2014 | Author:laalto | Filed under:Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Fare breccia nelle mura: incontro-dibattito sul carcere
Venerdì 7 MARZO 2014 – ore 18.00
presso Circolo Su Connotu (Corso Vittorio Emanuele 196) – Ittiri
Incontro-Dibattito “Fare Breccia nelle mura”
Presentazione di due progetti di lotta contro il carcere in Sardegna: la Cassa antirepressione sarda e la Biblioteca dell’evasione.
Si parlerà della nuova edilizia penitenziaria, in modo particolare delle 4 nuove carceri in Sardegna, e dello sciopero indetto dal coordinamento dei detenuti per il mese di Aprile.
Sarà messo a disposizione materiale informativo sulla questione carceraria, libri, dossier e opuscoli di contro informazione.
A seguire aperitivo per finanziare la Cassa antirepressione sarda e la possibilità di donare libri per la Biblioteca dell’evasione
Cos’è la cassa antirepressione sarda?
La cassa è un progetto di alcune persone che vedono nel carcere e nella carcerazione un nemico da combattere. Fra le varie forme di lotta e opposizione al carcere ci sono quelle della solidarietà con i detenuti dell’appoggio e della sensibilizzazione. La Cassa ha come obiettivo quello di rompere l’isolamento dei detenuti e sostenere le rivendicazioni e le lotte portate avanti dietro le sbarre.
Cos’è la biblioteca dell’evasione?
E’ un progetto che nasce dall’esigenza di conoscere sempre meglio la realtà delle galere e rompere l’isolamento che questa società crea nei confronti del carcere e dei carcerati.
Abbiamo scelto i libri perché sono uno strumento di conoscenza e di scambio molto forte e anche uno dei pochi concessi a chi purtroppo è chiuso in gabbia.
Conoscere le dinamiche che si sviluppano dentro il carcere, i problemi più gravi che i carcerati hanno, creare dei rapporti di fiducia tra dentro e fuori è la base per iniziare a lottare contro questa aberrazione.
Posted: Gennaio 15th, 2014 | Author:laalto | Filed under:Militarizatzione | Commenti disabilitati su Cameriere, il conto…
Leggendo l’articolo del 24/12/2013 della Nuova Sardegna con l’immagine del cappellano militare Asunis che racconta le gesta eroiche dei nostri militari ad Olbia, penso a una grande abbuffata in cui al tavolo si siedono esponenti della chiesa, politici, giornalisti e le più alte sfere delle forze armate: indovinate chi pagherà il conto!
Lo sdegno più grande è quando leggo il programma di comunicazione della difesa 2013 in cui programmano degli interventi ben precisi per abituare le persone alla loro presenza e a non vederli più come delle figure che si materializzano solo in ambito di guerra. Questo è un pezzo tratto dal PDC 2013:
“Gli italiani hanno un quadro molto positivo verso l’Istituzione della Difesa, sintomo di un livello di fiducia e di attaccamento della popolazione. Ciò trova riscontro nei recenti sondaggi ISPO e dal rapporto EURISPES 2012, dai quali si evince la credibilità sempre più marcata che le Forze Armate hanno assunto negli anni, nel contesto nazionale e internazionale, con la presenza in numerose missioni umanitarie e di peacekeeping e nelle varie forme, in Italia, di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali, contribuendo a collocare l’immagine dei militari in una posizione privilegiata presso l’opinione pubblica”.
Ma partiamo dall’inizio: il 19 novembre in Sardegna si abbatte il ciclone “Cleopatra”, un disastro; in quel momento il ministro della difesa Mauro si sfrega le mani “è il nostro momento, scendiamo in campo”. I militari arrivano ad Olbia e lavorano nelle strade maggiormente colpite dall’alluvione, liberando le strade e le case dal fango, portando fuori dalle abitazioni materassi inutilizzabili, mobili ed elettroutensili rovinati.
Il giornalista della Nuova Sardegna ha preso nota di tutto il lavoro messo in piedi dalla brigata: “a poco più di un mese dall’alluvione, la Brigata Sassari traccia il bilancio: sono stati più di 14 mila i chilometri percorsi dai mezzi dei militari della Sassari nei giorni dell’alluvione, per un totale di 1050 ore a bordo delle macchine movimento terra. Seimila quintali tra cibo, coperte, beni di prima necessità sono stati trasportati tra i vari centri di raccolta o distribuiti porta a porta. Sono 500 i pasti caldi consegnati alla popolazione. Ma i militari hanno anche rimosso rifiuti e detriti sparsi per la città di Olbia: ne sono stati conferiti in discarica 4800 metri cubi. Sono stati poi svuotati dall’acqua (circa seimila metri cubi) diversi magazzini, cantine, depositi e scuole”
Ma perché tutto ciò, perché l’esercito fa tutta questa pantomima, facendosi passare anziché da killer da veri e propri angeli; quanto ci è costato tutto ciò? Non sarebbe stato più corretto dare i soldi spesi per far intervenire l’esercito a un’azienda di Olbia e dintorni che possiede ruspe e macchinari di vario genere, visto la crisi che c’è in quelle zone? La mia riflessione mi porta a Nato 2020 “Urban Operation”: il documento spiega come lo Stato affronterà l’apice della crisi, facendo intervenire l’esercito nelle aree maggiormente a rischio rivolte, e sedarle nel caso in cui si generano. Quindi, per far sì che questo piano si realizzi, hanno bisogno di sfruttare alcuni momenti o tragedie per far sì che la popolazione si abitui; se domani li trovassimo all’esterno di Equitalia con tanto di camionetta, o in altre zone, che cosa penseremo? E allora ecco perché questa strana sinergia tra Stato, pubblica opinione e esercito; il loro obiettivo sarà di presidiare le strade e farci credere che tutto ciò sia normalità, in cui noi affrontiamo la crisi come un evento atmosferico, e la loro presenza e il loro intervento come se fosse un altro ciclone che ci cade dal cielo.
Occorre fare in modo che quando l’esercito farà un’ iniziativa o un’altra scena da copione, si faccia controinformazione, per spiegare alle persone che loro non sono delle crocerossine, ma uno strumento per il consenso della pubblica opinione a favore degli interessi militari e istituzionali.
Posted: Dicembre 10th, 2013 | Author:laalto | Filed under:Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Fare breccia nelle mura
VENERDI’ 13 DICEMBRE ORE 16.30
presso il Circolo 33 Giri -Via Ramai 1A- (traversa di Corso Vittorio Emanuele, altezza Piazza Colonna Mariana, angolo Farmacia)
Sassari
“FARE BRECCIA NELLE MURA”
incontro – dibattito
* Due esperienze di lotta anticarceraria in Sardegna:
La Cassa Antirepressione Sarda
La Biblioteca dell’evasione
* Approfondimento sulla nuova edilizia penitenziaria
Interverranno gli esponenti della Cassa Antirepressione Sarda
RACCOLTA LIBRI PER I DETENUTI
se vuoi contribuire alla biblioteca dell’evasione, porta un libro (possibilmente senza copertina rigida perchè il carcere vieta l’ingresso di materiali rigidi) e sarà messo a disposizione dei detenuti che ne faranno richiesta.
Sarà inoltre presente materiale informativo, libri e un’esposizione controinformativa sulle nuove 4 carceri sarde
A seguire: Aperitivo di autofinanziamento per la Cassa Antipressione Sarda
“Se come è stato detto, le carceri sono lo specchio della civiltà di un paese, ben incivile è il nostro. I detenuti dovrebbero essere “rieducati”. Questo termine ricorre continuamente nell’ordinamento penitenziario; anche già solo per ottenere “i giorni”, cioè la liberazione anticipata, lo sconto della pena di 45 giorni ogni semestre, occorre “la partecipazione all’opera di rieducazione”.
Ma a quali valori deve tendere la rieducazione? Sono forse valori quelli espressi da questa società? Sono il peggio che si possa immaginare: egoismo e competitività. Occorre entrare nelle celle di un carcere per trovare umanità e solidarietà. Per questo i detenuti sono considerati pericolosi. Perché, disvelando l’ipocrisia che regna fuori dalle mura, danno cattivo esempio.
Venerdì 29 Novembre alle ore 16.30 presso il Circolo 33 Giri (Via Ramai 1a) a Sassari si terrà l’iniziativa “Peleande contra a sa zustissia”: due storie di lotta contro il carcere e la repressione. Presentazione delle storie documentarie di Giovanni Farina (“Nonostante i cacciatori di uomini”) e Francesco “Sirbone” Catgiu (“Mi bastava uno spicchio di cielo”).
Interviene Costantino Cavalleri delle Editziones de su Arkiviu Bibriteka T. Serra.
A conclusione della presentazione e del dibattito, ci sarà un aperitivo. Vi aspettiamo!
NONOSTANTE I CACCIATORI DI UOMINI
Giovanni Farina, pastore, figlio di pastori sardi, fin dalla tenera età ha vissuto in Toscana. Fin dai primi anni ’70 la procura di Firenze e le forze dell’ordine tormentano quotidianamente tutte le famiglie di allevatori sardi, e tra queste quella di Giovanni, col pretesto della lotta ai sequestratori, a-priori individuati tra gli emigrati dalla Sardegna. I periodici tormenti al bestiame, le continue invasioni delle aziende e conseguenti distruzioni si accompagnano, nel caso di Giovanni Farina, alle indecenti proposte di “arruolamento” al servizio della polizia in qualità di provocatore, infiltrato, spia e quant’altro nell’ambiente agropastorale degli emigrati sardi in Italia. Il rifiuto categorico di Giovanni alle indecenti proposte e la persistenza delle provocazioni, fino all’arresto e la galera che gli costano anni di carcere preventivo, per poi essere assolto, lo spingono infine alla latitanza e ad effettuare, assieme ad altri toscani conosciuti in galera, i sequestri Del Tongo e Ciaschi, col riscatto dei quali si trasferisce in Sudamerica. Arrestato ed estradato in Italia, subirà la condanna per i due sequestri e quando, ormai in regime di semilibertà perché a fine pena, gli verranno con insistenza rinnovate le vecchie “indegna proposte” il cui rifiuto gli costerebbe la semilibertà, capisce che il tormento non avrà mai fine e si da nuovamente uccel di bosco. Nel periodo della nuova latitanza verrà accusato di essere tra i sequestratori e custode dell’imprenditore Giuseppe Soffiantini.
Condannato a 28 anni per il sequestro Soffiantini e ad altri 8 per i reati connessi, verrà invece assolto per la morte di Donatoni (in un dibattimento a parte) nello “storico” processo in cui emerge inequivocabilmnente che polizia (NOCS), PM (Franco Ionta) e molteplici funzionari di Stato, hanno mentito, manipolato e distrutto prove, falsificato documenti, testimonianze e reperti allo scopo di celare la verità sull’omicidio (o assassinio?) del nocs Donatoni, fatto fuori da “fuoco amico”.
Il testo mette a nudo l’operare di magistratura e forze dell’ordine, libere di agire indisturbate, grazie alle situazioni di “emergenza sociale” appositamente costruite ed istigate dai pilastri istituzionali e mediatici del regime democratico, a scapito di quei settori di popolazione e forze sociali che si scontrano frontalmente coll’ordine imposto dal capitale-Stato
MI BASTAVA UNO SPICCHIO DI CIELO
Ai frequenti sequestri di persona che avvenivano in Sardegna, nel corso degli anni Settanta e Ottanta, lo Stato rispose con una feroce ondata repressiva, imprigionando molti sardi in carceri lontanissime dalle loro terre d’origine, al termine di processi costruiti a suon di violenze, ricatti e “collaboratori di giustizia”.
Il caso di Francesco “Sirbone” Catgiu illumina una realtà carceraria fatta di torture, di cattiverie e codardie gratuite da parte di quanti vi lavorano, di giustizialismo cieco, di pene esemplari invocate e di stolida indifferenza, l’indifferenza di chi accetta l’annientamento psicofisico delle persone indocili.
La denuncia delle angherie subite dai suoi carcerieri, la ribellione alle loro violenze nei confronti di altri detenuti, il disvelamento di cosa si nascondesse dietro a una serie di decessi spacciati per “naturali”, tutto ciò Francesco lo ha pagato pesantemente, senza mai deflettere dalla sua posizione di rigore appassionato.
Vi sono infatti individui che riescono a mantenere la schiena dritta, rifiutando ogni “percorso” di ravvedimento e ogni concessione alla logica del “ciascuno per sé”. “Sirbone” è tra questi: un uomo libero che sulla sua strada ha incontrato altri individui liberi, solidali nella lotta contro lo Stato-capitale.
Questo libro racconta e documenta la storia della sua reclusione e la solidarietà cresciuta intorno a lui.
Posted: Settembre 23rd, 2013 | Author:laalto | Filed under:General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su 10 – 30 settembre: mobilitazione dei detenuti nelle carceri
10-30 SETTEMBRE 2013: MOBILITAZIONE DEI DETENUTI NELLE CARCERI
Dal 10 al 30 Settembre 2013 il coordinamento dei detenuti ha indetto una
mobilitazione generale contro il carcere.
Il coordinamento è una struttura trasversale e eterogenea di soli
prigionieri che è nata a Maggio in occasione della manifestazione di
Parma contro il 41BIS.
Questo l’appello integrale: http://nobordersard.wordpress.com [1] (post
del 1 settembre)
L’assemblea sarda contro il carcere e la repressione, nata anch’essa la
primavera scorsa, ha deciso di partecipare alla mobilitazione con le
seguenti iniziative:
VEN. 13 SETTEMBRE, NUORO, dalle 19.00 al Circolo Marx in vicolo G.
Giusti 17 proiezione di: “No al 41 Bis, non c’è lotta al capitalismo
senza lotta al carcere” e “NATO 2020 un mondo a misura di banchiere”
a seguire dibattito.
SAB. 14 SETTEMBRE, CAGLIARI, dalle 18.00 al circolo S’Arxa in via san
Giacomo 38, incontro dibattito sulla situazione delle carceri, sul 41
bis e sulle prospettive della lotta anticarceraria.
MERC. 18 SETTEMBRE, CAGLIARI, dalle 18.00 al circolo S’Arxa in via san
Giacomo 38, presentazione del progetto “la Biblioteca dell’evasione”,
scavalcare le mura delle prigioni attraverso la corrispondenza e lo
scambio di libri.
VEN. 20 SETTEMBRE, CAGLIARI, dalle 19.00 presidio in solidarietà ai
prigionieri in lotta sotto il carcere di Buoncammino, musica e microfono
aperto.
SAB. 21 SETTEMBRE, NUORO, dalle 18.30 presidio in solidarietà ai
prigionieri in lotta sotto il carcere di Badu ‘e Karros, musica e
microfono aperto.
GIOV. 26 SETTEMBRE, CAGLIARI dalle 19.00 al circolo S’Arxa in via San
Giacomo 38 presentazione del libro “mi bastava uno spicchio di
cielo” vita documentaria di Francesco “sirbone” Catgiu, saranno
presenti autore e curatore.
SAB. 28 SETTEMBRE, NUORO, dalle 18 al circolo Marx in vicolo G.Giusti 17
presentazione del libro “mi bastava uno spicchio di cielo” vita
documentaria di Francesco “sirbone” Catgiu saranno presenti autore e
curatore, e del progetto “la biblioteca dell’evasione”.
I presidi del 20 e 21 si inseriscono nelle due giornate scelte, da
un’assemblea delle realtà aderenti alla mobilitazione, per concentrare
le iniziative più “forti”.
Posted: Maggio 24th, 2013 | Author:laalto | Filed under:General | Tags:iniziative, militarizzazione, NATO 2020 | Commenti disabilitati su Sardegna 2020 Un futuro di militarizzazione e controllo sociale 26 maggio 2013 Ittiri
Posted: Maggio 2nd, 2013 | Author:laalto | Filed under:Inforadio | Tags:NATO 2020 | Commenti disabilitati su NATO 2020 – Un Mondo a misura di banchiere – video
Posted: Maggio 2nd, 2013 | Author:laalto | Filed under:General | Tags:iniziative | Commenti disabilitati su SARDEGNA SOTTO SEQUESTRO: BASI MILITARI-INDUSTRIE 23 febbraio 2013 C.S.O.A. PANGEA – Porto Torres
Un nuovo passo in direzione di una Sardegna cayenna d’italia. Di pochi giorni fà, la notizia che le nuovissime strutture carcerarie di Uta e Bancali (SS), saranno destinate ad ospitare a breve 188 detenuti in regime di 41 bis. Si accelerano i tempi per ultimare le strutture destinate a questa particolare condizione detentiva, e non solo a Sassari e Cagliari, anche la nuova ala del carcere di Badu è Carros e le nuove carceri di Tempio e Oristano classificati dal DAP ( Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) come AS3 cioè di massima sicurezza. Si tratta in maggioranza di detenuti per reati di mafia e camorra e tra di essi non figura nessun sardo, nonostante le numerosissime richieste di avvicinamento dei parenti dei prigionieri isolani costretti a trasferte rare e costosissime. Nei piani del ministero infatti, questo trasferimento in massa ha come scopo principale aumentare l’isolamento carcerario trasformandolo anche in isolamento geografico. Nella testa dei funzionari dello stato italiano infatti, la Sardegna è ancora un isola di confino irraggiungibile da qualsiasi fenomeno esterno, infiltrazione mafiosa sul territorio compresa. Come se fossimo ancora nella fine dell ‘800 e non si sapesse cosa è successo in tutte le parti del territorio sotto il controllo dello stato italiano, quando si sono concentrati centinaia di mafiosi e camorristi nello stesso spazio. Altro punto interessante di questi avvenimenti è che tutti questi trasferimenti dal continente stanno iniziando a colmare le nuove mega galere sarde, continuando di questo passo le riempiranno entro quest’estate, quindi viene a saltare una delle giustificazioni “umanitarie” per gli investimenti in galere in sardegna, cioè lo spostamento e la chiusura di carceri strutturalmente indecenti come San Sebastiano, infatti se tutti i nuovi posti verranno, passateci il termine, occupati da trasferiti dal continente, dove dovrebbero andare a finire i carcerati stipati nei tuguri del ministero degli interni?
Posted: Maggio 2nd, 2013 | Author:laalto | Filed under:General | Tags:iniziative | Commenti disabilitati su Sardegna 2020: un futuro di militarizzazione, controllo sociale e repressione – sabato 17 novembre 2012 a Nuoro
Posted: Maggio 2nd, 2013 | Author:laalto | Filed under:Prigioni e dintorni | Tags:carceri, controllo, prejones | Commenti disabilitati su Il futuro in Sardigna…investimenti italiani sul territorio
Quattro nuove carceri in Sardegna, notizia non nuova, per quanto tenuta il più possibile sotto silenzio.
Uno di questi, sorge a pochi chilometri dalla città di Sassari (Bancali), 53 milioni e 710 mila euro di investimento affidato alla ditta Anemone, già costruttore del palazzo delle conferenze a La Maddalena in vista del G8, la quale si è conquistata le pagine della cronaca per un giro di favori, appalti e corruzione.
Ecco a voi, allora, un piccolo reportage sulla nuova galera di Bancali in costruzione dove si ospiteranno i detenuti comuni ma anche detenuti a regime di alta sorveglianza.
Si arriva alla galera prendendo la strada che da Sassari porta a Bancali, e da lì la camionabile per Porto Torres. Ve la troverete alla vostra destra,tra i verdissimi campi dove ancora qualche testardo preferisce coltivare la terra piuttosto che venderla. L’impatto visivo è devastante…. un mostro del genere non te lo aspetti proprio, un quartiere intero sputato sulla piana di Bancali, mura infinite, filo spinato ma soprattutto un sistema di controllo accurato fatto di telecamere e fotoelettriche ad ogni passo.Intorno il nulla un panorama piattodove il gigantismo malato del nuovo mega carcere domina in maniera opprimente.
Allora ecco il consiglio per il prossima weekend: una bella gita al carcere di Bancali…chissà quante domande sorgerebbero davanti allo sfoggio di tale capacità di spesa e rapidità di realizzazione…
Ospedali? Scuole, case? Servizi o strade? Neanche un eurodisponibile…
Posted: Maggio 2nd, 2013 | Author:laalto | Filed under:General | Tags:controllo, telecamere | Commenti disabilitati su é primavera, fioriscono le telecamere…
1 marzo 2012
Quelle che vedete nelle foto allegate sono una serie di video camere poste all’ingresso di Sennori (SS) da ormai qualche mese.
Per chi non fosse del luogo va sottolineato che Sennori non ha certo al suo attivo un’attività delinquenziale che sia degna di nota, quindi a molti di voi la risposta: a che pro un sistema di controllo del genere?
La grande distribuzione, come i mega appalti, pur creando un vuoto economico, si presentano come la soluzione al vuoto che loro stessi hanno creato: i nostri aguzzini sono anche i nostri salvatori.
I numeri sembrano essere diventati lo strumento con cui misurare la nostra vita, i nostri desideri, le nostre miserie. E allora, ecco i numeri con cui lo Stato pensa alla Sardegna dei prossimi anni: 15 radar, 4 nuove carceri, 517 ettari di terreno per la nuova caserma della Brigata Sassari, 1.5 km di pista militare nella Poligono Interforze del Salto di Quirra. Una nuova ondata di affaristi e speculazione?
Anche, ma soprattutto un nuovo modo di concepire l’isola secondo il documento “Nato 2020 Urban Operations”.