LABORATORIO DI FOTOGRAFIA ANALOGICA

Posted: Gennaio 31st, 2024 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su LABORATORIO DI FOTOGRAFIA ANALOGICA


Presentazione scritti di Giovanni Farina

Posted: Gennaio 31st, 2024 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presentazione scritti di Giovanni Farina


Proiezione di PERSEPOLIS

Posted: Novembre 28th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Proiezione di PERSEPOLIS


Lettera da bancali

Posted: Ottobre 25th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Lettera da bancali


Proiezione del film L’ODIO

Posted: Agosto 8th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Proiezione del film L’ODIO


Anche le rose

Posted: Maggio 29th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Anche le rose

 

ANCHE LE ROSE

Riccardo Camboni
Francesca Casu
Zuanna Maria Boscani
Moju Manuli
Max Mazzoli
Dante Montisci
Pastorello

Raccolta fondi a sostegno delle spese legali per Alfredo Cospito e le
lotte contro il 41bis.

Sassari , via Casaggia 12
Spazio sociale S’idealibera.

Giovedì 8 e venerdì 9 giugno
dalle h 17,30 alle h 21.

A partire dalle 19 aperitivo e musica.


Il carcere e la repressione delle lotte sociali

Posted: Maggio 18th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Il carcere e la repressione delle lotte sociali


Frittellata – Giovedì 16 febbraio

Posted: Febbraio 13th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Frittellata – Giovedì 16 febbraio


Presido- Sempre con Alfredo

Posted: Febbraio 13th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presido- Sempre con Alfredo


Venerdì 10 febbraio ore 19- Serata informativa sulla rivoltà in Perù

Posted: Febbraio 7th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Venerdì 10 febbraio ore 19- Serata informativa sulla rivoltà in Perù


Presidio a Bancali 5/2

Posted: Febbraio 2nd, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 5/2


Presidio a Bancali 29/1

Posted: Febbraio 2nd, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 29/1


Presidio a Bancali 22/1

Posted: Febbraio 2nd, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 22/1


Il 41 bis e il “diritto del nemico”, risvolti giuridici, filosofici ed etici

Posted: Gennaio 13th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Il 41 bis e il “diritto del nemico”, risvolti giuridici, filosofici ed etici

Il 41 bis e il “diritto del nemico”, risvolti giuridici, filosofici ed etici

Intervengono:

Avv. Flavio Rossi Albertini – avvocato difensore di Alfredo Cospito

Avv. Maria Teresa Pintus – referente per la Sardegna dell’Osservatorio carcere dell’Unione delle Camere Penali

Martedì 17 gennaio, ore 15.30, Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali – Aula Wagner – Via Roma, Sassari

 

A partire dalla vicenda giudiziaria di Alfredo Cospito e della sua lotta contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, tratteremo il tema dei regimi di carcerazione speciale come strumento punitivo e di tortura. Allargheremo poi lo sguardo verso le politiche repressive nei confronti dei movimenti sociali e delle fasce di popolazione più indigenti, portate avanti negli ultimi anni da diversi governi e tribunali. Arriveremo infine a osservare come la “teoria del diritto penale del nemico” da teoria si stia sempre più facendo prassi e quali sono di conseguenza i suoi risvolti giuridici, filosofici ed etici.

 

 


Presidio a Bancali 15/11

Posted: Gennaio 13th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 15/11


Presidio a Bancali 11/1

Posted: Gennaio 10th, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 11/1

PRESIDIO SOLIDALE al CARCERE DI BANCALI – SASSARI
MERCOLEDI’ 11 GENNAIO 2023 H:17:30

con Alfredo Cospito
in sciopero della fame dal 20 ottobre
e con i/le prigionieri/e in lotta

“Abolizione del regime del 41bis.
Abolizione dell’ergastolo ostativo.
Soidarietà a tutti i prigionieri
anarchici, comunisti e rivoluzionari nel mondo.
Sempre per l’anarchia.”
Alfredo Cospito

LIBERX TUTTX LIBERE TUTTE LIBERI TUTTI

MANDATE I VOSTRI SALUTI, MESSAGGI E DEDICHE durante ACAB- Aperitivo
Controinformativo Ardecore Balengo di Radio Blackout 105.250 FM dalle 18.30
alle 20.00
e verranno rimbalzati in diretta dal presidio
Cellulare della Radio +39 346 6673263 per SMS, WhatsApp, Telegram, Signal
Fisso della Radio 011 2495669 per intervenire in diretta
https://stream.radioblackout.org/

Chi non può mandare messaggi durante la diretta radio può scrivere e
mandare mp3 alla mail: evaliber2@inventati.org
verranno rilanciati al presidio prima o dopo la trasmissione della diretta.

 


Presidio a Bancali 4/1 e 8/1

Posted: Gennaio 3rd, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 4/1 e 8/1


Posted: Gennaio 3rd, 2023 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su


Presidio a Bancali 24/12 e 1/1

Posted: Dicembre 23rd, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio a Bancali 24/12 e 1/1


Posted: Dicembre 15th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su


3 giorni in solidarietà con i/le prigioneir* in lotta

Posted: Novembre 30th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 3 giorni in solidarietà con i/le prigioneir* in lotta


Presidio in solidarietà con Alfredo Cospito e i/le prigionirei/e in sciopero della fame

Posted: Novembre 21st, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio in solidarietà con Alfredo Cospito e i/le prigionirei/e in sciopero della fame


Presidio in solidarietà con Alfredo Cospito e i/le prigionirei/e in sciopero della fame

Posted: Novembre 18th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Presidio in solidarietà con Alfredo Cospito e i/le prigionirei/e in sciopero della fame


Chiaccherata sulla mobilitazione contro il regime di 41-bis in solidarietà con Alfredo Cospito

Posted: Novembre 8th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Chiaccherata sulla mobilitazione contro il regime di 41-bis in solidarietà con Alfredo Cospito


Le mani sull’isola – Nulvi 15/10

Posted: Ottobre 9th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Le mani sull’isola – Nulvi 15/10


Schiavi dell’energia

Posted: Maggio 14th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Schiavi dell’energia


MARTEDì 15 MARZO: Presentazione IL TEMPO DEI ROGHI

Posted: Marzo 6th, 2022 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su MARTEDì 15 MARZO: Presentazione IL TEMPO DEI ROGHI
MARTEDì 15 MARZO 2022, h 19
presso Spazio Sociale S’IdeaLìbera, Via Casaggia 12, SassariPrsentazione del testo “Il tempo dei roghi” estratto da Dreaming the Dark, Sex and Politcs dell’autrice StarhawkUna piccola ma articolata sintesi di alcune delle ragioni storiche che portarono alla così detta “caccia alle streghe”. In apertura l’autrice si domanda non tanto il perché della caccia alle streghe ma piuttosto perché si sia dispiegata proprio in quel preciso momento storico. Così ci conduce nei secoli XVI e XVII, i secoli della grande trasformazione, che seguono la scoperta del nuovo mondo e la riforma protestante, i secoli dell’affermazione dello stato nazione e della nascita del capitalismo industriale. E’ a partire dalla condizione delle donne dei villaggi rurali, depositarie delle conoscenze legate alle erbe e ai gesti terapeutici così come ai rituali e alle credenze precristiane, che si costruisce il ritratto della strega. Una costruzione messa a punto dal potere, per accusare, processare e in molti casi eliminare tutte queste pratiche, non passibili di integrazione, descritte come segni evidenti dell’incarnazione del male.

IL TEMPO DEI ROGHI PUò ESSERE SCARICATO!: https://anarcoqueer.noblogs.org/files/2021/07/Il-tempo-dei-roghi-pub1.pdf


Quali prospettive per la lotta alle basi?

Posted: Novembre 27th, 2021 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Quali prospettive per la lotta alle basi?


Tornerò alle tue terre

Posted: Ottobre 10th, 2021 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Tornerò alle tue terre


PURINARI JAM

Posted: Ottobre 10th, 2021 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su PURINARI JAM


10 settembre – Presentazione iniziativa SMANTELLIAMO LE BASI

Posted: Settembre 15th, 2021 | Author: | Filed under: General, Iniziative | Commenti disabilitati su 10 settembre – Presentazione iniziativa SMANTELLIAMO LE BASI


8 giugno – Proiezione di CHAUKA

Posted: Giugno 3rd, 2021 | Author: | Filed under: General, Iniziative | Commenti disabilitati su 8 giugno – Proiezione di CHAUKA

 

Per chi volesse approfondire l’argomento delle isole-carceri australiane,mandiamo una piccola selezione di notizie e informazioni utili.

https://www.internazionale.it/video/2017/09/13/migranti-prigionieri-australia

https://www.pianetacarcere.it/carceri/una-isola-carcere-nel-pacifico-cosi-laposaposaustralia-affronta-il-fenomeno-dei-migranti-indesi-667.asp

https://www.internazionale.it/bloc-notes/2018/09/18/testimone-scomodo

https://www.internazionale.it/video/2017/09/13/migranti-prigionieri-australia

https://www.internazionale.it/opinione/junko-terao/2015/09/07/australia-migranti-bodrum-abbott

https://www.internazionale.it/opinione/vijay-prashad/2018/02/03/diritti-profughi


MILITARI E CARABINIERI PRESIDIANO L’ASSEMBLEA SINDACALE DEI LAVORATORI DELLA BRT

Posted: Giugno 7th, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su MILITARI E CARABINIERI PRESIDIANO L’ASSEMBLEA SINDACALE DEI LAVORATORI DELLA BRT

Un assaggio di quello che NON deve diventare la normalità: a Serdiano i carabinieri insieme ai militari si sono nuovamente presentati all’assemblea sindacale che i lavoratori della BRT avevano convocato per discutere dello sciopero che stanno portando avanti contro il mancato rispetto del protocollo di accordo firmato qualche giorno prima dall’azienda.
Non è purtroppo la prima volta che vediamo gli spazi propri della società civile occupati dai militari e dalle varie forze armate: ci riferiamo alla presenza ormai immancabile dei militari in numerose operazioni di carattere civile, della presenza nelle università e nelle scuole in veste di insegnanti, nelle strade sotto le varie operazioni da Strade sicure e così via.
La presenza delle forze militari a un’assemblea sindacale aggiunge qualcosa in più, un segnale chiaro e forte di come lo Stato intende gestire oggi e nei prossimi tempi i luoghi della conflittualità e della rivendicazione dei propri diritti: militarizzandoli. Se mettiamo insieme alcuni pezzetti di questi ultimi tempi, dalle ultime normative del pacchetto Salvini che aumentavano le pene per chi occupasse con blocchi e picchetti le strade per protestare (vedi i pastori), dalle motivazioni date dal PM a sostegno degli ultimi arresti dei compagni bolognesi (ossia togliamo di mezzo chi da sempre è impegmato nelle lotte sociali in un momento in cui le tensioni sociali possono esplodere), fino alle prassi di controllo del territorio adottate sulla scia dell'”emergenza” COvid, ci accorgiamo che l’idea dello Stato sarà quella di prevenire ogni possibile scoppio di malcontento sociale, militarizzando i luoghi e mettendo al bando i luoghi della socialità.

Ricordiamo, quindi, in questi giorni le diverse manifestazioni di protesta, dai lavoratori della BRT agli insegnanti precari, per non farci chiudere la bocca con mascherina e manganelli.


Aggiornamenti dal prigioniero Davide Delogu

Posted: Maggio 18th, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Aggiornamenti dal prigioniero Davide Delogu

DALLA SEZIONE ISOLAMENTO SUD – C.C. PAGLIARELLI (Palermo)

Noi siamo due detenuti da mesi buttati in una sezione di isolamento “Sud” della Casa Circondariale Pagliarelli (Palermo) senza nessun provvedimento giudiziario che lo giustifichi: Carmine Lanzetta (AS3) da Gennaio in isolamento continuo totale iniziato con l’isolamento disciplinare per 10 giorni che tutt’ora continua. Davide Delogu, anarchico sardo, da Febbraio in isolamento continuo per motivi di ordine e sicurezza per cui non si dovrebbero fare oltre i 15 giorni, viene trattenuto in ostaggio dalla vendetta dell’isolamento bianco.
Tutti e due non ci pieghiamo all’annientamento con cui ci vorrebbero i nostri aguzzini e lottiamo affinchè questa miseria infernale di questa sezione infame venga chiusa con il conseguente trasferimento. In una metà della sezione ci siamo noi due in celle senza nulla, distanti l’uno dall’altro. Nell’altra metà vengono messi i detenuti in quarantena precauzionale e tutti quanti usiamo l’unica stessa doccia e telefono. Siamo diventati perciò le loro cavie. Qualcuno anche prima di noi ha cercato di fare denuncia in procura e reclamo al magistrato, ma vengono bloccate o fate sparire. Questi non rispondono neanche alla PEC di denuncia dei nostri avvocati, approfittando dell’emergenza del Covid per cui non possono entrare in prigione per farci visita. Siamo in una sezione di isolamento che era stata abolità già dal 2000 per la disumanità ivi incarnate e che ancora pongono in essere. Le celle non hanno niente, prive di tutto: TV, radio, porta del bagno, finestra, stracci, scope e bastoni per pulire, l’acqua calda con un mini lavandino sempre tappato, un passeggio cubicolo privo di bagno, ma non di escrementi di ogni tipo su cui non ci dilinguiamo oltre. Ci fanno abusi di ogni tipo senza mai farci sottomettere, ma non cambia comunque l’antifona. Chi detiene il potere di questo carcere sono persone pericolose a cominciare dal Comandante Rizzo che si sente onnipotente e da tutti i gerarchi che continuano a infierire, come il vice-direttore che infligge con naturale facilità isolamento disciplinare pur sapendo in quali condizioni non umane li sbatte dentro. E la direttrice Francesca Vezzana è corresponsabile di tutto ciò. Tutto questo deve finire e pretendiamo la chiusura di questa sezione di isolamento “Sud” e nostro trasferimento in altro carcere.
Perciò da oggi, 14 Maggio 2020, iniziamo lo sciopero del vitto, rifiuto di recarci nei cubicoli e passeggi indegni e inventandoci come fare battitura ogni giorno per 20-30 minuti.
Iniziamo in via permanente lo sciopero, per ora evitiamo lo sciopero della fame e della sete per tenerci in forza quando faremo forme di lotta più incesive, dato che non andremo molto lontano limitandci a queste, così da affrontare le squadrette che qui abbondano, per ottenere quello che vogliamo fino alla fine.
Seguiranno aggiornamenti.

Prigionieri isolamento “sud” – CC Pagliarelli (Palermo)
Carmine Lanzetta
Davide Delogu


NON LASCIAMOLI SOLI

Posted: Aprile 21st, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su NON LASCIAMOLI SOLI

Riceviamo e pubblichiamo.

In questo periodo di emergenza abbiamo pensato di raccogliere un pò di notizie su cosa stia accadendo dentro il carcere di Uta (sarebbe anche interessante negli altri carceri isolani ma non abbiamo contatti diretti) perché istituzioni e media se ne disinteressano o peggio insabbiano tutto.
Attraverso corrispondenze, racconti e i contributi che arrivano sul gruppo WA “Nishunu est solu”, raccoglieremo settimanalmente più informazioni possibili e le pubblicheremo.
Le informazioni verranno spedite in carcere, fatte girare su internet e attaccate in qualche muro della città.
Più gente lo legge e contribuisce più sarà interessante, completo e utile, per questo vi chiediamo una mano nel farlo girare sia per far sapere cosa accade dentro, sia per coinvolgere nuove persone.
Se volete iscrivervi al gruppo nel manifesto trovato il QR Code.


I TUTORI DELL’ORDINE

Posted: Aprile 20th, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su I TUTORI DELL’ORDINE

A Cagliari, nel quartiere di San’Avendrace, compare un’esplicita frase sulla parete esterna del Commissariato: ci avete scassato la minchia.
A Catania gli abitanti di un quartiere predono a sassate la macchina della polizia che sta operando un fermo nei confronti di una persona.
A Parigi e Lione si organizzano le barricate contro la polizia che imperversa nei quartieri più poveri, multando e portando all’esasperazione chi sopravvive con ancora maggiore difficoltà in questi giorni.
Ad Anderlecht un ragazzino in motorino che cerca di sfuggire ad un posto di blocco viene inseguito e muore dopo che una pattuglia lo ha fatto schiantare sulla propria auto.
In un CAS di Roma i migranti danno fuoco al poco che hanno chiedendo che vengano fatti i tamponi per capire la reale situazione sanitaria lì dentro.
A Bolzano un gruppo di cittadini organizza un flash mob, non tanto per andare contro le attuali ordinanze ma per mettere in luce tutta una serie di problematiche serie legate alla sopravvivenza quotidiana di chi non trascorre la quarantena in ville di lusso nè accede a pensioni d’oro o stipendi miliardari. Una ragazza che ha girato via cellulare l’iniziativa si è ritrovata la polizia in casa per il sequestro del telefono.
A Sassari una ragazza e il suo compagno vengono aggrediti a calci e pugni dalla Polizia perchè la ragazza è uscita per buttare la mondezza.
Al riguardo esce un articolo su La Nuova Sardegna talmente vile da superare persino le veline della Questura, mentre tutti i giorni vengono pubblicati articoli sulle missioni salvifiche di militari e polizia che consegnano pensioni o beni di prima necessità. Evidentemente anche i calci e i pugni sono ritenuti dai solerti tutori dell’ordine un bene di prima necessità, da elargire a chi vogliono.
Dobbiamo stare a guardare alla finestra o difendere la nostra dignità di persone contro l’arroganza e l’autoritarismo dei signori in divisa?


LETTERA COLLETTIVA DEI FAMILIARI DEI PRIGIONIERI

Posted: Aprile 13th, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su LETTERA COLLETTIVA DEI FAMILIARI DEI PRIGIONIERI

Più di mille familiari di prigionieri hanno scritto la lettera che vi inviatiamo a leggere al seguente link https://ilrovescio.info/2020/04/12/lettera-collettiva-di-piu-di-mille-familiari-di-persone-detenute/ con l’invito a diffonderla, a parlarne..in una parola, a non far cadere il silenzio su quanto sta avvenendo nelle carceri.
Dopo le rivolte, di fatto, è avvenuto ciò che si temeva, ma non ciò che si sperava: si temeva il contagio del virus dentro le carceri, cosa che è avvennuta. Si sperava che le rivendicazioni dei prigionieri che chiedevano di poter uscire per evitare la mattanza dentro le galere fosse ascoltata; invece, come sempre, si lanciano le briciole per calmare le acque, ma di fatto niente o quasi cambia. Il decreto, infatti, varato dal Governo all’interno del cosidetto Cura Italia ha sancito dei criteri così stringenti e assurdi che di fatto in pochissimi hanno potuto accedere ai domiciliari. Una lista così lunga di condizioni escludenti (tra cui il non avere rapporti disciplinari, il non aver partecipato a rivolte..) che di fatto quasi nessuno ne ha potuto beneficiare. Di fatto, a detta delle stesse associazioni e uffici che si occupano di pene alternative, il decreto è stato fumo negli occhi: una sburocratizzazione del processo per accedere ai domiciliari per chi, di fatto, vi può normalmente accedere. Tutti gli altri vengono esclusi.

Per questo, vogliamo dare voce ai familiari dei prigionieri che in questa lettera spiegano le ragioni delle protesta e lanciano una giornata di lotta.


ALCUNI SPUNTI PER NON SOCCOMBERE ALLE VERITÀ DI REGGIME

Posted: Aprile 8th, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su ALCUNI SPUNTI PER NON SOCCOMBERE ALLE VERITÀ DI REGGIME

A un mese dall’inizio della quarantena di massa,

condividiamo alcuni spunti per non soccombere alle verità di regime,

consci che non possa esistere una lettura globale e unificante

ma solo frammenti da ricomporre per non smettere di guardare alla realtà con occhio critico!

Contagio sociale. Guerra di classe micro-biologica in Cina

https://pungolorosso.wordpress.com/2020/03/12/contagio-sociale-guerra-di-classe-micro-biologica-in-cina/

Virus e prove di tecno-mondo

https://ilrovescio.info/2020/03/28/virus-e-prove-di-tecno-mondo/

Alle origini del Covid-19: Agrindustria ed epidemie, Intervista a R. Wallace

https://pungolorosso.wordpress.com/2020/03/16/alle-origini-del-covid-19-agrindustria-ed-epidemie-intervista-a-r-wallace/

Covid-19 e Stato totale: prospettive da Sud

Covid-19 e Stato totale: prospettive da Sud

Note sulla crisi economica II – Tempesta finanziaria, interventi emergenziali, lacrime e sangue per il proletariato

https://pungolorosso.wordpress.com/2020/03/27/note-di-aggiornamento-sulla-crisi-economica/

 

Ringraziamo le redazioni di Pungolo Rosso e de il Rovescio per aver pubblicato questo materiale.

 

Cogliamo inoltre l’occasione per segnalare altre due pagine di recente nascita:

Evasioni che si occupa della reltà carceraria e delle lotte che la percorrono https://evasioni.info/

Bentruxu “Cronache di repressione, menzogne e colonialismo al tempo del coronavirus” https://pod.mttv.it/people/e7cdf54051040138894800163e9f4810


LA TECNOLOGIA CI SALVERA’ O FORSE CI ANNIENTERA’?

Posted: Aprile 1st, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su LA TECNOLOGIA CI SALVERA’ O FORSE CI ANNIENTERA’?

Tutti ci chiediamo quando tutto ciò finirà, ma forse più di tutto dovremmo chiederci cosa accadrà dopo. Recupereremo la nostra “libertà”? Torneremo a fare ciò che oggi ci viene proibito? Qualche prima risposta ci viene fornita, sia tra le pagine di qualche giornale sia negli espedienti già in atto nei Paesi in cui si dice si stia lentamente tornando alla normalità. Ma quale normalità?
È dall’inizio dell’emergenza Covid-19 che in tutto il mondo le tecnologie digitali— riconoscimento facciale, geolocalizzazione, interazioni sulle reti sociali e altro — vengono usate per monitorare contagiati e soggetti a rischio. In Cina prima si è utilizzata un’app già molto diffusa per i pagamenti online, poi ne è stata creata un’apposita che dà un codice a ogni persona, monitorandola h24 nei suoi movimenti e spostamenti. A Hong Kong è stato imposto il bracciale elettronico ai viaggiatori in arrivo con obbligo di quarantena, mentre Corea del Sud e Taiwan hanno adottato misure di sorveglianza draconiane. In Corea i malati di coronavirus vengono controllati con telecamere e attraverso i cellulari, mentre gli acquisti fatti con le carte di credito servono a ricostruire i movimenti e i contatti che possono avere avuto. A Taiwan le autorità hanno addirittura eretto un muro elettronico attorno alle persone messe in quarantena. Chi esce o spegne il telefonino viene rintracciato entro 15 minuti. E la polizia chiama più volte al giorno sul telefono di casa per verificare che la persona sorvegliata non sia uscita senza portarsi dietro lo smartphone.
Dagli Usa, una nuova notizia: ilWall Street Journal ha rivelato che la Casa Bianca ha creato una task force informale della quale fanno parte Facebook, Alphabet-Google e Amazon per sviluppare nuovi strumenti di controllo, mentre la Palantir di Peter Thiel, grande fornitrice dei servizi segreti Usa, è diventata il partner tecnologico del Center for Disease Control, l’agenzia federale per la salute. Un giornale che riportava la notizia aggiungeva. “E già si rivelano molto utili anche contro il virus i canali capillari di sorveglianza dei comportamenti dei consumatori creati dall’industria della pubblicità, soprattutto a fini di micromarketing”.
Ci diranno che, per salvare la nostra salute, dovremo rinunciare a un pò della nostra libertà. In realtà, quello che è in corso è un massiccio sistema di controllo sociale, dove Stati e agenzie potranno raccogliere un’immensa quantità di dati per meglio delineare le prossime politiche di controllo.
Nell’accettare quanto ci viene imposto dovremmo tener conto delle conseguenze a lungo termine; dovremmo chiederci non solo come superare l’attuale problema, ma come sarà il mondo una volta che lo avremo superato. Molti dei provvedimenti d’emergenza diventeranno parte della nostra quotidinaità. Scegliere la via dell’emergenza, è la via per accorciare i tempi. Provvedimenti che, forse, avrebbero impiegato anni per imporsi, oggi sono all’ordine del giorno. Decisioni che in tempi normali avremmo valutato con attenzione, oggi le accettiamo passivamente, in poche ore, perchè c’è la salute di mezzo e perchè di fatto abbiamo paura.
La paura, spesso, è più contagiosa di un virus. Non facciamoci chiudere in una gabbia tecnologica.


NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA

Posted: Gennaio 21st, 2020 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA

Il 28 Gennaio alTribunale di Cagliari saranno giudicati non solo le nostre compagne ecompagni, ma soprattutto delle idee e pratiche ben precise.
Sono l’antimilitarismo e l’azione diretta ad essere chiamate a giudizio, perchè sono questeidee e pratiche che lo Stato vuole sradicare dalla nostra terra e da ogni individuo che decida di ribellarsi all’inerzia e alla complicitàa cui questa società ci abitua giorno dopo giorno. La lotta di questi ultimi anni aveva espresso la sua idea più profonda in poche e semplici parole:”Nessuna pace per chi vive di guerra”. Nessuna pace, dunque, per le fabbriche di armamenti, per gli eserciti, per leaziende della filiera bellica dall’università alle ditte impiegateper trasportare bombe. Lo Stato etichetta tutto ciò con la parola“terrorismo”, da usarsi a seconda dei casi verso un “nemico”esterno o interno. Il terrore così inteso genera paura perchèrivolto verso un tutti in cui chiunque può riconoscersi. Eppure le azioni messe sotto accusa (dalle manifestazioni alle scritte, dai blocchi delle esercitazioni alle azioni di disturbo) hanno tutte un destinatario ben preciso, nessun terrore incondizionato ma ben rivolto ai signori della guerra e al loro Capitale.
La nostra solidarietà vaa queste pratiche e alle mani che hanno tentato di portare anche soloper un attimo un po’ di quella paura a chi esercita per davvero il terrore sulla terra e le sue genti.

28 GENNAIO H 9.00
PRESIDIO CONTRO LA SORVEGLIANZA SPECIALE
davanti il Tribunale di Cagliari.
“Tagliarono i nostri rami e bruciarono i nostri tronchi, ma mai riuscirono a sradicare le nostre radici”.

Solidali dal Turritano


Il piccolo cinema del Centro Storico

Posted: Novembre 22nd, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Il piccolo cinema del Centro Storico

 

Da giovedì 28 Novembre inizia una nuova esperienza all’interno dello Spazio Sociale S’IdeaLibera, nata dalle idee e dalla collaborazione di diverse individualità: Il Piccolo Cinema del Centro Storico.La rassegna vuole essere un momento per condividere, grandi e piccini, non solo il piacere di vedere delle bellissime animazioni, ma anche i loro messaggi.

Vi aspettiamo, quindi, giovedì 28 Novembre alle ore 17.30 presso via Casaggia 12 (dietro la Chiesa di Sant’Apollinare, Centro Storico, Sassari) per la prima meravigliosa proiezione:

Principessa Mononoke (Hayao Miyazaki, Studio Ghibli), 128 min ca.
Ashitaka, un giovane guerriero della dinastia Emishi, è costretto a uccidere un cinghiale selvatico posseduto da una divinità malvagia. Ferito al braccio dall’animale, il giovane colpito da una maledizione mortale, deve lasciare il suo villaggio per cercare il modo di neutralizzare la maledizione. Durante il suo viaggio si imbatte nella giovane San, una ragazza selvatica allevata dai lupi e soprannominata Principessa Mononoke, “la principessa degli spettri”, e conosce anche i suoi nemici umani, i Tatara, una comunità di fabbri costruttori di armi da fuoco, guidati da Lady Eboshi, volitiva leader che ha come obbiettivo la distruzione delle foreste abitate dai lupi e dagli altri animali cari a San.


Nasce la Cassa di Sostegno per l’Anarchico Sardo Prigioniero Deportato Davide Delogu

Posted: Novembre 22nd, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Nasce la Cassa di Sostegno per l’Anarchico Sardo Prigioniero Deportato Davide Delogu

La principale accusa contro di me è il tentato omicidio, con una sentenza di 12 anni. Durante questo periodo di morte imposto dallo stato e dai suoi servi, è necessario essere parte attiva e integrante della lotta, tentando di andare contro questa attuale situazione di prigionia con tutti coloro che lottano per la resistenza in maniera progettuale. “

Davide Delogu 30 Ottobre 2011

Il gesto più coerente per un prigioniero-a anarchico-a è l’evasione, noi abbiamo in questo momento un compagno sardo che sta subendo da anni la deportazione dal suo paese e la censura quasi ininterrotta per il suo tentativo di evasione, per la sua combattività e irriducibilità.”

Alfredo Cospito

Lo scopo di questo progetto è sostenere Davide sotto ogni aspetto della sua attuale condizione di prigionia e in ogni sua necessità, tramite versamenti di soldi mensili, pagamento delle spese legali e degli spostamenti per chi svolge i colloqui, così come in pacchi, libri e in quant’altro lui abbia bisogno. Abbiamo passato svariati mesi a ragionare su ciò, tra noi fuori da quelle infami mura e il nostro compagno Davide, e riteniamo una cassa specifica il modo più consono vista la situazione in cui il nostro compagno si trova da tempo.

Davide sta scontando una lunga condanna di 17 anni di carcere, in seguito al suo ultimo arresto avvenuto nel 2010. Dopo essere stato deportato dalla sua terra, la Sardegna, negli anni ha subito innumerevoli trasferimenti punitivi per le sue battaglie, è stato allontanato dalla sua famiglia e da chi svolgeva i colloqui, ha accumulato tantissime denunce interne, ha vissuto le tenebre dell’isolamento totale e il 14 BIS in maniera continuata per più di 2 anni; e nonostante ciò, lui mai ha chinato la testa.

Davide in questi anni, non solo ha portato avanti una guerra senza esclusione di colpi contro il sistema carcere, ma ci ha dimostrato come la piena coscienza di una lotta anarchica rivoluzionaria indeterministica e senza mediazione alcuna continui a restare viva, nonostante la bassezza dei tempi in cui viviamo. Non si è mai sottratto dal continuare a dare il suo contributo teorico per quanto riguarda il contesto anarchico sardo e inter-nazionale, come dal portare avanti azioni interne alle varie galere in cui è stato rinchiuso. Ad oggi il suo fine pena è previsto per il 2027, senza contare i vari processi che si trova ancora ad affrontare, uno tra i tanti quello in merito al tentativo di evasione dalla galera di Siracusa nel maggio 2017, che potrebbero portare a nuove condanne. Considerando ciò, riteniamo che un progetto di questo tipo ci permetta di riuscire a stargli a fianco con più costanza e a lungo termine, avendo un fondo cassa più sostanzioso per le varie spese odierne e future.

Sempri Ainnantis!

Alcuni Anarchici Sardi

17/11/2019


Martedì 10 settembre // PROIEZIONE DE “LA GUERRA EMPIEZA AQUI'” DI JOSEBA SANZ.

Posted: Settembre 5th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Martedì 10 settembre // PROIEZIONE DE “LA GUERRA EMPIEZA AQUI'” DI JOSEBA SANZ.

MARTEDI’ 10 SETTEMBRE, ORE 19:00,
PRESSO LO SPAZIO SOCIALE S’IDEALI’BERA DI SASSARI,

PROIEZIONE DE “LA GUERRA EMPIEZA AQUI'” DI JOSEBA SANZ.

DOPO LA PROIEZIONE, SEGUIRA’ DIBATTITO SULLA ATTUALE SITUAZIONE IN SARDEGNA E NEI PAESI BASCHI SULLA INDUSTRIA DELLE ARMI.
BUFFET DI AUTOFINANZIAMENTO

Sardegna e Paesi Baschi. Due popoli molto vicini.

Eppure sede di fabbriche che producono e vendono morte in nome del Capitale, barattate per una manciata di posti di lavoro.

Come a Domusnovas la RWM ha fornito bombe per distruggere lo Yemen, così l’industria delle armi presente nei Paesi Baschi non si è posta remore nel fornire armi da usare contro civili inermi.

Ma si lotta, si va contro queste logiche che pongono i popoli uno contro l’altro.

L’azione di un pompiere nel porto di Bilbao, che rifiuta di partecipare a una spedizione di armi per massacrare la popolazione dello Yemen,(e sara’ poi usata contro di lui) darà l’avvio/inizio a un movimento sociale che svelerà gli interessi oscuri e le implicazioni di questo commercio.
E due destini si incrociano.

Ignacio Robles,41 anni, ingegnere industriale, camionista e, da quando aveva 25 anni, pompiere a Bizkaia. Padre di famiglia, sportivo e attivista di Greenpeace. Ha partecipato a diverse azioni di protesta contro OGM, i cambiamenti climatici e l’uso di bombe a grappolo.

Faten Al Osimi, nata a Sanaa, Yemen. Ha studiato all’università di Sanaa. Le piace la fotografia e ama passare il tempo con la sua famiglia e i suoi amici.

Queste due persone dovranno affrontare una decisione che cambierà la loro vita.

Ignacio Robles è chiamato a partecipare, come parte del suo lavoro, ad un controllo di sicurezza nell’ambito di una spedizione di esplosivi in Arabia Saudita nel porto di Bilbao. I
Ignacio sa che queste armi sono usate nello Yemen contro la popolazione civile e non può fare altro che rifiutarsi di partecipare, affrontando un procedimento sanzionatorio e la possibile perdita del suo lavoro.

Faten subisce l’inizio della guerra in Yemen. Impotente di fronte alla terribile situazione umanitaria causata dalla guerra, decise di costituire una ONG con due amiche catalane. Da allora, mettendo in pericolo la sua vita in un paese in guerra, distribuisce forniture e installa depositi idrici.

Alternandosi con le loro testimonianze, vari storici, esperti, ex lavoratori di aziende di armi e membri di vari gruppi ci avvicinano all’esportazione di armi e ai loro effetti nei paesi in conflitto.

Il documentario affronterà gli inizi dell’industria delle armi a Euskadi, nel bacino del fiume Deba, nelle città di Eibar e Plasencia de las Armas, e successivamente a Gernika e Markina.

Continueremo a conoscere la storia della produzione di armi in Euskadi, con particolare riferimento a Expal, coinvolta nella produzione di mine antiuomo e bombe a grappolo, per raggiungere il momento attuale, in cui Expal è diventata uno dei maggiori fornitori di bombe e proiettili in Arabia Saudita.

Attualmente le aziende basche di alta tecnologia (ITP, Sener, Sapa, ecc.) partecipano alla produzione di aeromobili, missili e carri armati …

Conosceremo il quadro finanziario che sostiene queste società, nonché il sostegno che ricevono dalle istituzioni basche.

Dal 2017, diverse mobilitazioni hanno avuto luogo intorno al porto di Bilbao e altre azioni contro la produzione e l’esportazione di armi, da parte di diversi gruppi, che ci daranno opinioni diverse sul problema, dagli approcci antimilitarista, solidale, femminista …

Le domande sono state poste anche da vari gruppi politici nei parlamenti autonomi e spagnoli.

Mentre il problema delle armi e le sue ripercussioni nella guerra nello Yemen e in altri conflitti si stanno svelando, diverse personalità di spicco dell’antimilitarismo e della cultura, come Arcadi Oliveres o Manuel Rivas, ci daranno le loro impressioni su Faten e Ignacio. Riflessioni su disobbedienza civile, etica e impegno, su decisioni e azioni personali. Piccoli passi per cambiare il mondo


Riflessioni a freddo

Posted: Luglio 12th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Riflessioni a freddo

 

 

Riflessioni a freddo (nonostante il caldo) sulle ultime perquisizioni in Sardegna.

A distanza di qualche giorno dalle perquisizioni che hanno coinvolto alcuni compagni di Nuoro, Sassari e il nostro spazio, vorremmo condividere alcune brevi riflessioni su quanto è accaduto, riflessioni nate dalle discussioni interne al Collettivo, che rappresentano quindi il nostro piccolo punto di vista. Innanzitutto pensiamo che tutto ciò che accade, a noi e intorno a noi, possa essere usato come spunto per la discussione e il confronto politico, un modo per mantenere vivo il dibattito e per affrontare in modo consapevole la realtà che ci attornia. Quindi speriamo che queste righe rappresentino un’occasione per riflettere su repressione e solidarietà.

Per prima cosa vogliamo esprimere la nostra vicinanza alle altre compagne e compagni che con noi hanno ricevuto la perquisizione. In secondo luogo vogliamo ringraziare le tante persone e realtà che hanno prontamente espresso la loro solidarietà e che abbiamo sentite vicine a noi.

Chi ci conosce sa bene che da sempre il nostro Collettivo si è occupato di lotta al carcere e alla repressione, in tante occasioni abbiamo manifestato la nostra solidarietà a chi veniva inquisito e rinchiuso. Di recente abbiamo cercato nel nostro piccolo di portare oltre le mura delle sezioni di alta sicurezza le voci delle compagne e dei compagni in sciopero della fame, perché sentivamo la loro lotta come la nostra, le loro pratiche come le nostre.

La composizione del Collettivo è da sempre eterogenea, riunendo e facendo dialogare visioni e pratiche diverse ma accomunate dal desiderio di rovesciare l’esistente. Quindi la logica dei colpevoli/innocenti e delle pratiche buone/pratiche cattive non è mai stata la nostra, anzi la abbiamo sempre osteggiata, non solo perché espressione della visione statale contro cui lottiamo, non solo perché manipolabile dallo Stato nelle famigerate pratiche di divisione dei movimenti, ma soprattutto perché riconosciamo l’importanza di fare nostre pratiche diverse tra loro. Sentiamo ugualmente importanti le iniziative di controinformazione, i cortei, i volantinaggi, le azioni dirette ecc. Insomma, penna o sasso sono per noi entrambi validi strumenti di lotta contro le varie forme di saccheggio dei territori, di annichilimento delle persone e di oppressione dei popoli. Riconosciamo le nostre diversità politiche, la diversità delle pratiche che proponiamo, ma ci sentiamo parte di un’unica comunità in lotta. Ecco perché pensiamo che nei momenti in cui lo Stato bussa alla nostra porta, a quella dei nostri compagni e compagne nell’isola così come di quelli oltre mare, sia importante manifestare la nostra solidarietà rivendicando pari dignità e pari forza alle diverse pratiche con cui lottiamo.

Questi ultimi anni ci stanno offrendo tante occasioni per capire come per lo Stato non vi sia differenza se appendi uno striscione, se interrompi un’esercitazione, se attacchi un manifesto o se metti dei granelli di sabbia negli ingranaggi di questa assurda macchina che ci controlla e ci sfrutta. Per lo Stato sono tutte espressioni di “insubordinazione” di chi non accetta i confini in cui ci vorrebbero relegare. Ebbene, non fa differenza neanche per noi e queste pratiche le rivendichiamo tutte nostre. La repressione, quindi, ci offre una grande opportunità: urlare a gran voce ciò che rivendichiamo, tracciare un solco profondo tra la logica del dividi et impera e la logica della solidarietà. Non ci sentiamo vittime di questo sistema: siamo semplicemente dall’altra parte della barricata e questo comporta necessariamente diventare bersaglio della repressione. E’ parte del gioco che abbiamo accettato di intraprendere. Riteniamo quindi importante, anche in occasioni come questa, rilanciare la posta in gioco, non solo mettendo in luce i meccanismi con cui lo Stato persegue i “fuori dal margine”, ma anche rivendicando la nostra differenza, il nostro cercare, pur con tante contraddizioni, di non accettare l’inaccettabile, di non smettere di immaginare e lottare per una terra libera.

Tante pratiche, un’unica lotta.

Collettivo S’IdeaLibera.


Perquisizioni a Sassari e Nuoro

Posted: Giugno 28th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Perquisizioni a Sassari e Nuoro

Ieri, 25 giugno, di prima mattina digos e polizia si sono presentate alla sede del Collettivo S’idealìbera e in due abitazioni a Sassari e in altre due a Nuoro, per eseguire una perquisizione di iniziativa  a sensi dell’art. 41 del Tulps.

Seguiranno aggiornamenti


SOIDARIETà CON SILVIA E ANNA

Posted: Giugno 3rd, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su SOIDARIETà CON SILVIA E ANNA

 

Il  19- 05-2019 nel Tribunale di Torino si è svolta la prima udienza per l’occupazione di c.so Giulio 45. Dietro a uno schermo era presente anche SILVIA, in videoconferenza, che ha comunicato l’inizio per lei e ANNA, detenute a l’Aquila, di uno SCIOPERO DELLA FAME. Questa lotta ha l’obiettivo di contrastare le condizioni a cui sono sottoposte equiparabili al 41 bis e la chiusura della sezione in cui sono detenute. Hanno bisogno di TUTTA LA NOSTRA FORZA. Il presidio davanti al Tribunale intanto continua.

Qui di seguito il testo del comunicato letto in aula:

“Ci troviamo da quasi due mesi rinchiuse nella sezione AS2 femminile de L’Aquila, ormai sono note, qui e fuori, le condizioni detentive frutto di un regolamento in odore di 41bis ammorbidito.
Siamo convinte che nessun miglioramento possa e voglia essere richiesto, non solo per questioni oggettive e strutturali della sezione gialla (ex-41bis): l’intero carcere è destinato quasi esclusivamente al regime 41bis, per cui allargare di un poco le maglie del regolamento di sezione ci pare di cattivo gusto e impraticabile, date le ancor più pesanti condizioni subite a pochi passi da qui, non possiamo non pensare a quante e quanti si battono da anni accumulando rapporti e processi penali. A questo si aggiunge il maldestro tentativo del DAP di far quadrare i conti istituendo una sezione mista anarco-islamica, che si è concretizzato in un ulteriore divieto di incontro nella sezione stessa, con un isolamento che perdura.
Esistono condizioni di carcerazione, comune o speciale, ancora peggiori di quelle aquilane. Questo non è un buon motivo per non opporci a ciò che impongono qui.
Noi di questo pane non ne mangeremo più: il 29 maggio iniziamo uno sciopero della fame chiedendo il trasferimento da questo carcere e la chiusura di questa sezione infame.”
Silvia e Anna

Seguiranno aggiornamenti…

 

 

04/06/2019

Aggiornamenti sullo sciopero della fame degli anarchici prigionieri per
la chiusura della sezione AS2 de L’Aquila
Prosegue lo sciopero della fame per la chiusura della sezione AS2 del
carcere de L’Aquila [iniziato dalle anarchiche Anna Beniamino e Silvia
Ruggeri il 29 maggio 2019].
Allo sciopero si sono uniti anche gli anarchici prigionieri Salvatore
Vespertino, Giovanni Ghezzi, Alfredo Cospito, Marco Bisesti, Luca Dolce.
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CORSO DI SAPONE fatto in casa

Posted: Aprile 2nd, 2019 | Author: | Filed under: General, Iniziative | Commenti disabilitati su CORSO DI SAPONE fatto in casa


CONTINUA LO STILLICIDIO DI MISURE-CONTINUA A CRESCERE LA DETERMINAZIONE

Posted: Marzo 16th, 2019 | Author: | Filed under: General, Manifesti | Commenti disabilitati su CONTINUA LO STILLICIDIO DI MISURE-CONTINUA A CRESCERE LA DETERMINAZIONE

 

CONTINUA LO STILLICIDIO DI MISURE
CONTINUA A CRESCERE LA DETERMINAZIONE

Ancora un foglio di via da Torino consegnato per una delle numerose
azioni di solidarietà con chi lotta e con chi viene colpito dalla
repressione.
Questo provvedimento si riferisce in particolare alla presenza in aula
bunker dell’11 febbraio scorso, in solidarietà con gli imputati del
processo Scripta Manent, ma, si inscrive in tutto questo mese di lotta
dopo gli arresti a Torino e a Trento e dopo lo sgombero dell’Asilo.
Quel giorno le 62 persone in aula, in una pausa della requisitoria del
Pubblico Ministero Sparagna, hanno letto un comunicato che diceva:
“Non siamo imputati, ma questa è la nostra storia, è il nostro percorso
rivoluzionario, e proprio a questo percorso appartengono gli anarchici
oggi sotto processo. Siamo tutti coinvolti e i boia dello Stato non
possono definire, né comprendere le nostre idee e le nostre vite.
Solidarietà ai prigionieri anarchici e rivoliuzionari.”
Lo stesso verbale che notifica il foglio di via dice che poi le stesse
persone intonavano per circa 20 minuti cori a sostegno dei compagni
arrestati nell’ambito dell’indagine Scripta Manent, a sostegno degli
arrestati a Torino di 4 giorni prima e contro lo sgombero dell’Asilo e
cori oltraggiosi nei confronti del Pubblico Ministero. Poi l’aula è
stata sgomberata dalla Celere (alla faccia della celerità, dopo 20
minuti!). Il verbale continua dicendo che c’è stato oltraggio ad un
magistrato in udienza, interruzione di pubblico ufficio, inoservanza dei
provvedimenti dell’Autorità e resistenza a Pubblico Ufficiale; e quindi
tutto ciò ha costituito motivo di turbativa dell’ordine e della
sicurezza pubblica.
Dice inoltre che viene emesso il foglio di via perchè gli atteggiamenti
tenuti sono riconducibili al modus operandi dell’aggregazione di
appartenenza (gli anarchici) e anche la persona a cui l’hanno appiopato
rientra nelle categorie contemplate (sempre gli anarchici! Che fini
segugi!) e che nel Comune di Torino non svolge alcuna stabile attività
lavorativa, non ha residenza o altri interessi rilevanti (ma fatevi i
cazzi vostri!) e quindi, in sostanza, se torna a Torino è solo per
reiterare i reati!
E dice infine che sussistono particolari esigenze di celerità nel far
divieto di tornare a Torino, posto che sono ben note le rivendicazioni
da parte dei predetti militanti anarchici, attuate con imprevedibili
mobilitazioni di protesta!!!
Vi abbiamo detto cosa dice la Questura. Quello che diciamo noi è che
hanno ragione! Torneremo! Continueremo ad essere imprevedibili,
continueremo a turbare l’ordine e la millantata normalità, mai
smetteremo di essere solidali e di fare fattiva e veeemente resistenza
agli attacchi della repressione! Continueremo a farlo a Torino e
ovunque!

 


TRAME.SFILARE IL TESSUTO DEL MILITARISMO.Presentazione dossier

Posted: Marzo 14th, 2019 | Author: | Filed under: Dossier, General, Iniziative, Militarizatzione | Commenti disabilitati su TRAME.SFILARE IL TESSUTO DEL MILITARISMO.Presentazione dossier
Sardegna e Vicenza, realtà lontane per storia e geografia ma accomunate da militarizzazione e un ruolo importante nei nuovi scenari di guerra.
Consapevoli che la lotta contro l’occupazione militare nella nostra isola passa per una più ampia lotta contro il militarismo e la militarizzazione di ogni territorio, cogliamo l’occasione per discutere con i redattori del Dossier Trame per conoscere una realtà importante come quella vicentina e per costruire nuove trame di solidarietà.
Vi aspettiamo come sempre agguerriti e incuriositi presso lo Spazio Sociale S’IdeaLibera, Via Casaggia 12.
Dopo il dibattito seguirà magnozia e beozia
Cullettivu S’IdeaLibera
Un breve estratto dall’introduzione del Dossier:
Nello scrivere il seguente opuscolo, abbiamo preso in esame Vicenza e la sua provincia.Volendo così sezionare nel dettaglio una delle città più “ricche e produttive” nel cuore pulsante del territorio veneto.
Vicenza è situata geograficamente in una zona di “periferia”, manonostante la distanza dalle luci metropolitane, questa città costituisce un punto di riferimento essenziale per i signori della guerra.
Stiamo parlando di un luogo che vive sotto occupazione militare U.S.A. dalla fine del secondo conflitto mondiale. Nel corso dei decenni, gli occupanti yankee hanno messo radici in pianta stabile grazie ad accordi stipulati tra il governo italiano e quello americano.
Vicenza è diventata così un grosso raccordo di basi militari, al punto tale da essere considerata uno degli avamposti strategicamente più importanti nel vecchio continente per il controllo americano e l’intervento diretto in Europa orientale, Africa e Medio Oriente.
Ciò che vogliamo proporre con questo materiale è una mappatura del militarismo – inteso come presenza militare nel tessuto sociale, economico e culturale del territorio – dell’organizzazione di cui si è dotato e dei lunghi tentacoli.
Il suo spettro si manifesta sotto differenti sembianze in ogni anfratto della città.
La complessità del territorio vicentino sta proprio nel fatto che potremmo definirlo esso stesso un “fronte di guerra”. Con la specifica, però, che da qui la guerra viene diretta, coordinata, monitorata, insegnata e foraggiata attraverso l’imponente supporto logistico. Qui non mancano siti militari, istituti volti all’istruzione di personale di polizia, esercitazioni, addestramenti internazionali e industrie belliche. Nemmeno le scuole pubbliche sono immuni dall’assillante presenza militare. A dimostrazione di ciò, durante ogni anno scolastico, non mancano le occasioni per propagandare l’importanza delle forze armate e rilanciare la retorica securitaria tra gli studenti degli istituti vicentini.


L’INFERNO DEI REGIMI DIFFERENZIATI – Presentazione libro

Posted: Marzo 14th, 2019 | Author: | Filed under: General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su L’INFERNO DEI REGIMI DIFFERENZIATI – Presentazione libro

 

 

 


 

 

 

41 bis, aree riservate, 14 bis, sezioni AS…dietro sigle e numeri si nasconde quello che Alessio Attanasio definisce “L’inferno dei regimi differenziati”, un mondo fatto di divieti, isolamento e limitazioni, progettato e costruito per isolare e costringere “alla resa” il prigioniero.
Alessio Attanasio è un giovane prigioniero che vive ininterrottamente dal 2002
in regime differenziato; per la sua azione instancabile fatta di reclami, scioperi e corrispondenza è stato trasferito numerose volte in diverse carceri, completando il giro delle sezioni 41 bis dello Stato Italiano, compresa l’infame sezione del carcere di Bancali di cui lo stesso Attanasio parla.
Il libro è un modo non solo per guardare come sempre oltre la superficie, ma per capire, in tempi di repressione feroce, come lo Stato costruisce i suoi strumenti di annichilimento (non sempre però riuscendo ad avere la meglio).
Ne parleremo con il Collettivo O.L.G.A di Milano che da anni si occupa di lotte contro le galere, di solidarietà ai prigionieri e redige un interessantissimo opuscolo che raccoglie aggiornamenti sulle lotte internazionali e la corrispondenza con i prigionieri e che viene spedito in tutte le carceri.
Dopo la presentazione, continueremo la nostra chiacchierata con magnozia e beozia per sostenere le casse sempre vuote del Collettivo S’IdeaLibera.
E per chi porta un amico o un’amica, sconto sul libro!
Vi aspettiamo
Collettivo S’IdeaLibera
https://sidealibera.noblogs.org/
evaliber2@inventati.org
FB. spazio sociale sidealibera
Alessio Attanasio è nato a Siracusa il 16 luglio 1970. Il 4 novembre 2002 viene trasferito dal carcere di Catania alla sezione 41-bis di L’Aquila. Da qui viene trasferito a Parma, Viterbo, Milano-Opera, Terni, Novara, Ascoli Piceno, Sassari, Rebibbia. Oggi si trova a Spoleto, ultima tappa per completare il giro delle sezioni 41-bis del Paese. Nell’anno accademico 2009-2010 si è laureato con il prof. A. Genovese in Scienze della comunicazione presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università della Tuscia e si sta laureando in Giurisprudenza.
 

SOLIDARIETà AI PASTORI – Comunicato della Cassa Antirepressione Sarda

Posted: Marzo 11th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su SOLIDARIETà AI PASTORI – Comunicato della Cassa Antirepressione Sarda

SOLIDARIETA’ AI PASTORI

AL FIANCO DEI PASTORI COL BUONO E COL CATTIVO TEMPO

Comunicato di solidarietà ai pastori indagati per le azioni durante la lotta del latte del Febbraio 2019

Migliaia di persone hanno lottato per l’aumento del prezzo del latte in queste settimane, pastori e solidali hanno bloccato le strade, le merci, le scuole; messo in ginocchio gli industriali, fatto accorrere in tutta fretta ministri e premier ed assistito al loro fallimento.

Alcuni pastori stanno cedendo alle trattative al ribasso, altri si dissociano, altri ancora non si arrendono. Moltissimi solidali sono però pronti a scendere di nuovo in strada per riprendere la lotta li dove l’hanno lasciata qualche giorno fa.

Noi siamo fra questi.

Siamo un gruppo di solidali che ha partecipato ai blocchi sulle strade sarde e ai presidi di fronte ai caseifici, qualcuno ci ha anche mandato via, pensando che fossimo dei provocatori.

Capiamo che possa succedere, ma noi abbiamo la testa dura e non molleremo.

Siamo dei compagni e delle compagne che stanno sempre dalla parte di chi viene sfruttato e contro gli sfruttatori.

E lo siamo col buono e col cattivo tempo.

Vogliamo esprimere la nostra totale solidarietà ai pastori indagati e denunciati per alcune azioni delle scorse settimane, non ci interessa sapere se siano colpevoli o innocenti, se siano degli stinchi di santo o dei pochi di buono.

Ci sentiamo al loro fianco perché hanno lottato e lottano per qualcosa che ritengono giusto e importante, e lo Stato ora prova a fargli pagare le conseguenze delle loro scelte.

Agli indagati vogliamo dire che questa esperienza la conosciamo bene, perché è lo stesso trattamento che più volte è stato riservato anche a noi.

E sappiamo che alla repressione bisogna rispondere uniti.

Cassa Antirepressione Sarda

Marzo 2019

 

Pastori-Sardi-Latte-1300


Laboratorio corale – Canti di lotta

Posted: Febbraio 26th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Laboratorio corale – Canti di lotta


Lu Carrasciari sassaresu

Posted: Febbraio 26th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Lu Carrasciari sassaresu

Lu Carrasciari sassaresu

Anche quest’anno non perdiamo occasione di fare festa in quartiere in occasione del Carnevale.
Ti aspettiamo come sempre in Via Casaggia 12 presso lo Spazio Sociale S’IdeaLibera per questi appuntamenti:

– GIOVEDI 28 FEBBRAIO H. 20.00 (presso Circolo Tirrindò, Via Masia 2): favata vegana per scaldarci  in occasione del Giovedì Grasso o “Giobi di Lardhaioru” organizziamo  la tradizionale favata a prezzi popolari.

Il ricavato della magnozia andrà a finanziare le attività dello Spazio Sociale S’IdeaLìbera come i laboratori, il doposcuola per i bambini e la palestra e biblioteca popolare.

Acudiddi in greffa manna e visthuddi a festha ♥

– DOMENICA 3 MARZO H. 15.30: partecipiamo con uno spezzone di mostri, mondezzoni, carruzzi, coriandoli e bevande a Lu Carasciari sassaresu che partirà alle ore 16.00 da Piazza Tola per proseguire in Corso Vittorio Emanuele, Porta Sant’Antonio e Corso Vico. Frittelle, favata e musica per tutti e tutte!
– MARTEDI 5 MARZO H.16.00: frittellata mascherata con giochi di strada presso lo spazio sociale S’IdeaLibera
Ti aspettiamo!
Cullettivu S’IdeaLibera
https://sidealibera.noblogs.org/
FB spazio sociale Sidealibera
evaliber2@inventati.org

 


IL CUORE OLTRE LE SBARRE

Posted: Febbraio 22nd, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su IL CUORE OLTRE LE SBARRE

Chiunque voi siate.
..girato da lista noalgabbione..
Un testo e un appuntam​ento diffusi a Trento in solidarietà con i
compagni arrestati:

IL CUORE OLTRE LE SBARRE

In attesa di un’analisi più approfondita, poche parole.
Un’altra “associazione sovversiva con finalità di terroriamo” (art. 270
bis) più una sfilza di reati contestati (dall’interruzione di pubblico
servizio al danneggiamento, dal sabotaggio di apparecchi telematici
all'”attentato con finalità di terroriamo”, dall’icendio al trasporto di
materiale esplodente). 50 perquisizioni, 150 tra poliziotti e
carabinieri mobilitati, intere strade bloccate, irruzione nelle case di
agenti col passamontagna e il guibbotto antiprioiettile. E, soprattutto,
7 compagni arrestati. Un’operazione in pompa magna – condotta sia dalla
Digos che dal Ros -, con tanto di conferenza stampa
dell'”Antiterrorismo” a Roma. E il consueto linciaggio mediatico.
Nessuna sorpresa. Non solo perché è l’ennesimo inchiesta per 270 bis, ma
anche perché “fermare gli anarchici” era da settimane il ritornello
preferito di questore, prefetto, magistrati, politici e giornalisti.
Qual è il problema per i custodi armati e togati di questo splendido
ordine sociale?
Nel placido Trentino-Alto Adige, c’è una presenza anarchica trentennale.
Compagne e compagni sono sempre stati presenti in ogni lotta, grande e
piccola, contro lo sfruttamento, contro la devastazione del territorio,
contro il razzismo di Stato. A fianco delle lotte e dei conflitti di
piazza, non è mai mancata l’azione diretta notturna (nelle carte della
Procura si elenca, dal 2014 ad oggi, una settantina di attacchi piccoli
o grandi contro banche, caserme, ripetitori, mezzi militari, tribunali,
sedi di partito). Come fare, dunque, perché la pace sociale continui a
regnare sia di giorno che di notte? La ricetta è sempre quella:
attribuire ad alcuni anarchici qualche azione (6 su 70…) e sostenere
che tutto – dalla scritta sul muro all’attacco incendiario – è
pianificato da una fantomatica associazione sovversiva con tanto di
ruoli (il leader ideologico, il responsabile del settore logistico,
l’incaricata di mantenere i contatti con gli avvocati ecc.), per provare
a distribuire così anni di carcere. Più in generale, far fuori i
rompiscatole per passare con lo schiacciasassi su ciò che resta delle
libertà. Il primo passo è isolare. Per questo le case dei compagni
diventano “covi”, l’attitudine testarda di non farsi spiare viene
presentata come “qualcosa che ricorda la mafia”, e via dicendo.
“Facevano tanto i gentili e i solidali, ma intanto preparavano
attentati. Prendete le distanze”.
Come al solito, si tratta di fare tutto il contrario. Continuare le
lotte. Non lasciare soli i compagni. Difendere pubblicamente le azioni
di cui sono accusati. Rilanciare la solidarietà contro un attacco che
vuole anche stritolare rapporti ed affetti.
Non abbiamo risposte semplici. Ma alcune buone domande. Si può cambiare
questo stato di cose senza lottare? Si può lottare senza rischiare? Le
condizioni per cui valga la pena rischiare matureranno mai da sole?
Intanto, che facciamo?
Da più parti si strilla al fascismo per le politiche di Salvini. E poi?
Si inorridisce per un botto alla sede della Lega? Avanti. Che ognuno ci
metta del suo, perché qualcuno non debba metterci tutto.

Terrorista è lo Stato!
Agnese, Sacha, Poza, Stecco, Nico, Giulio e Rupert liberi subito!

VENERDI’ 22 FEBBRAIO, ORE 18,00 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA (via Verdi,
Trento)
ASSEMBLEA PUBBLICA IN SOLIDARIETA’ CON GLI ARRESTATI

anarchiche e anarchici

Indirizzi di alcuni degli arrestati (Sacha è ai domiciliari con tutte le
restrizioni, su Stecco non ci sono ancora notizie certe):

Roberto Bottamedi (Rupert)
Casa Circondariale Brescia Canton Mombello
Via Spalto S. Marco, 20
25100 Brescia (BS)

Nicola Briganti (Nico)
Casa Circondariale Verona Montorio
Via S. Michele, 15
37131 Verona (VR)

Agnese Trentin
Casa di Reclusione Verziano
Via Flero, 157
25125 Brescia (BS)

Andrea Parolari (Poza)
Casa Circondariale
Via Basilio Dalla Scola, 150
36100 Vicenza (VI)

Giulio Berdusco
Casa Circondariale
Via Paluzza n. 77
33028 Tolmezzo (UD)

fate girare!


LE NOSTRE COMPAGNE, I NOSTRI COMPAGNI.

Posted: Febbraio 20th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su LE NOSTRE COMPAGNE, I NOSTRI COMPAGNI.

 

LE NOSTRE COMPAGNE, I NOSTRI COMPAGNI.

Dopo gli arresti dei compagni e delle compagne di Torino, oggi sa zustissia si è palesata a Trento con 7 misure cautelari (6 in carcere e 1 ai domiciliari) e 21 indagati, due dei quali residenti e Cagliari.

Le accuse sono legate al famigerato 270bis e 280, altri per fatti specifici.

Come in altre occasioni, quando è lo Stato a praticare la sua “giustizia” sappiamo da che parte stare: vicino ai compagni e alle compagne con cui condividiamo il sogno e la pratica di una libertà agita in prima persona. Con alcuni compagni abbiamo condiviso momenti di lotta e di discussione, con altri ancora non abbiamo avuto l’occasione di guardarci negli occhi, eppure li sentiamo carne ed ossa della nostra stessa lotta perché abbiamo scelto di condividere una strada di vita, spesso difficile, ma che rivendichiamo come la più bella delle nostre scelte.

Sempre solidali e complici con i nostri compagni e le nostre compagne di Torino, Trento e Cagliari.

 


PRESENTAZIONE DOSSIER-Trame.Sfilare il tessuto del militarismo

Posted: Febbraio 1st, 2019 | Author: | Filed under: General, Iniziative | Commenti disabilitati su PRESENTAZIONE DOSSIER-Trame.Sfilare il tessuto del militarismo


pensare non nuoce alla salute

Posted: Febbraio 1st, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su pensare non nuoce alla salute
In questi ultimi anni sono nati nuovi ed interessanti progetti editoriali sardi che, ognuno con la propria specificità, cercano di offrire nuovi strumenti di analisi per capire la Sardegna di oggi.
Per questo vi invitiamo a una chiaccherata con i redattori di Nurkuntra, Nc’at murigu e Bias
SABATO 16 FEBBRAIO H. 17.30
presso lo Spazio Sociale S’IdeaLibera (Via Casaggia 12).
Nurkuntra, periodico di storie, di lotta, di conflitto e prospettive anticapitaliste in Sardegna e oltre.
Nc’At Murigu, una rivista per provare ad aumentare i momenti di confronto e approfondimento e per non perdere per strada i contributi importanti che spesso vivono solo su internet.
Bias, bollettino interno anarchico sardo, raccoglie analisi e approfondimenti sui diversi livelli di oppressione che vive oggi la nostra terra.
Vi aspettiamo!
Culletivu S’IdeaLibera
p.s vi anticipiamo anche le iniziative di Febbraio e Marzo

 

 


Sa paradura

Posted: Febbraio 1st, 2019 | Author: | Filed under: General, Iniziative, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Sa paradura

potete contattarci al numero 3478374950


nuovi arrivi della Biblioteca Popolare Centro Storico

Posted: Gennaio 31st, 2019 | Author: | Filed under: Biblioteca Popolare Centro Storico- Nuovi arrivi, General | Commenti disabilitati su nuovi arrivi della Biblioteca Popolare Centro Storico

 

oltre a questi libri ne abbiamo preso per piccoli e ragazzi..


 


CALL FOR ENTRIES – LABORATORIO DI CAMERA OSCURA

Posted: Gennaio 30th, 2019 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su CALL FOR ENTRIES – LABORATORIO DI CAMERA OSCURA

CALL FOR ENTRIES – WANTED

 

Si cercano partecipanti per un percorso di fotografia analogica. I corsi partiranno se si raggiungerà il tetto minimo di partecipanti (dai 5 ai 10 partecipanti per corso).

Il percorso prevede laboratori intensivi sul “fare l’immagine”. Approccio manuale e pensiero analogico. Dalle origini ai linguaggi contemporanei, tra l’errore e il risultato, alla ricerca dell’unico, non riproducibile, appagante.  Il corso prevede due tipologie di approcci differenti che sono:

 

  • Fumetto analogico (dai 10 ai 15 anni) – 15 ore:

Venti scatti su pellicola, sviluppo e stampa in camera oscura. Redazione collettiva di un breve fumetto fotografico ai sali d’argento, che resterà nella sede che ci ospita.

 

  • Camera oscura sperimentale e Autoproduzioni – 15 ore:

Dal collage alla fanzine, attraverso una camera oscura zeppa di rayogrammi, solarizzazioni, fotomontaggi, stampe a contatto, emulsioni, inversioni e qualunque mezzo necessario a raccontarsi.

 

Le lezioni sono tenute da Luisa Siddi

 

 

Date:

 

Corso adulti:

  • sabato 23 Febbraio – tutto il pomeriggio (5 ore)

  • domenica 24 febbraio – mattina e pomeriggio (10 ore)

 

Corso ragazzi:

  • giovedì 21 – (17-20)

  • venerdì 22 – (16-20)

  • lunedì 25 – (16-20)

  • mercoledì 27 – (16-20)

 

Per quel che concerne la strumentazione abbiamo tutto il necessario sia per fotografare in stenopeico, 35 mm e 6×7, sia per le tecniche di fotografia senza apparecchio da ripresa (rayogrammi e simili), sviluppo e stampa. Per chi volesse usufruire della fotocamera usa e getta dovrà fare preventiva richiesta agli organizzatori del corso..

Sul costo, facendo un discorso commerciale, saprete quanto costano i workshop intensivi di camera oscura anche solo tecnici (e qui facciamo tecnica, linguaggio e azione). Di fatto per poter rendere accessibile a più persone le varie competenze, il Workshop sarà a cappello.

 

Ripetiamo. workshop a offerta libera!

 

Si prega quindi di tener conto dei seguenti fattori: le competenze degli insegnanti, il viaggio (da Cagliari), la strumentazione (acidi fotografici, carta fotografica, rullini etc..) e il vitto e l’alloggio degli insegnanti del laboratorio

 

–        S’idea Libera, via Casaggia 12: https://www.facebook.com/sidealiberass/

 

           – MarEventum: https://www.facebook.com/mareventum/

    –        S’umbra: https://www.facebook.com/sumbracagliari/

 


28 Aprile… La Dì di Sàssari Vècciu

Posted: Aprile 25th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 28 Aprile… La Dì di Sàssari Vècciu


Una storia degli anni ’70: presentazione del libro “Correvo pensando a Anna”

Posted: Aprile 23rd, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Una storia degli anni ’70: presentazione del libro “Correvo pensando a Anna”


8 marzo con i militari… A fianco di chi e soprattutto per chi?

Posted: Marzo 11th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 8 marzo con i militari… A fianco di chi e soprattutto per chi?
Ieri, in una delle piazze centrali di Sassari, in occasione dell’8 Marzo sono scesi anche i militari. A fianco di chi e soprattutto per chi? Sempre più spesso quella che dovrebbe essere una giornata di lotta, denuncia e rivendicazione si trasforma nella fiera del consumismo e delle retoriche istituzionali.
In piazza d’Italia, per “festeggiare le donne” c’era una notissima catena che vende mobili a sottolineare che va bene ricordare le donne, purché queste siano sempre e solo consumatrici e produttrici di profitto (per le tasche degli altri, ovviamente).
In piazza Castello, sempre per “festeggiare le donne” c’erano i militari a sottolineare che va bene ricordare che ci sono anche le donne, purché queste stiano nei confini della sottomissione e che continuino ad affidare ad altri la loro difesa, la loro lotta.
Eppure, dietro tanti palloncini colorati, non dimentichiamo alcune cose semplici ma chiare.
Non dimentichiamo le donne stuprate dai militari italiani.
Non dimentichiamo le donne stuprate e torturate dai soldati italiani durante le cosiddette “operazioni umanitarie”
Non dimentichiamo che la maggior parte delle violenze avviene dentro le mura domestiche da parte di mariti, fidanzati, amici e quant’altro
Non dimentichiamo che fascisti, leghisti, razzisti e affini nei loro discorsi dimenticano quanto violenti sono “gli uomini italiani” e quanto la loro cultura sia basata sulla sottomissione della donna
Non dimentichiamo neanche che, mentre forse qualcuna di noi festeggia, migliaia di donne migranti nel nostro pezzo di terra vengono ricattate e senza di loro nessuna liberazione è possibile
E soprattutto non dimentichiamo una cosa altrettanto semplice: gli unici momenti nella storia e nel presente in cui le donne hanno avuto qualcosa da festeggiare è stato quando hanno preso la loro vita tra le mani, quando hanno smesso di delegare la loro difesa agli altri, quando hanno iniziato a costruire percorsi di autodeterminazione.

14 marzo // Racconto di viaggio nella Palestina Occupata

Posted: Marzo 8th, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 14 marzo // Racconto di viaggio nella Palestina Occupata


7/8 aprile… Due giorni contro la RWM

Posted: Marzo 3rd, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 7/8 aprile… Due giorni contro la RWM


 

per aggiornamenti:  https://nobordersard.wordpress.com


Nùgoro; Saluto ai prigionieri di Badu e Carros

Posted: Gennaio 31st, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Nùgoro; Saluto ai prigionieri di Badu e Carros

Pubblichiamo dal sito https://sardegnaanarchica.wordpress.com

Nella serata di ieri 30 gennaio un gruppo di quindici compagni, si è presentato fuori dalla galera di badu e carros per portare un saluto ai prigionieri che dal 22 gennaio portano avanti lo sciopero del carrello (rifiutano il vitto del carcere) e tre battiture giornaliere.

Il gruppo di compagni si è posizionato su un lato della recinzione, qualche botto, qualche torcia da stadio e qualche fuoco per essere più visibili, anche se data la distanza risulta sempre difficile la comunicazione con i prigionieri. Nonostante questo qualche grido e qualche fischio si è riusciti a sentirlo.

Dopo circa un ora l’ultimo gruppo di compagni che anadava via è stato fermato, prima da due secondini che sbraitavano (come fanno di solito quelli che non contano un cazzo), in seguito sono sopraggiunte due volanti di polizia e qualche agente della DIGOS. Il fermo è durato diverse ore, in cui ci sono state accuse per delle scritte contro le galere e le guardie comparse lungo le mura della struttura,  identificazioni, perquisizioni a persone e veicoli, verbali, inviti in questura.

Nonostante queste situazioni, riteniamo sia importante farsi sentire fuori dalle galere e non sol, in situazioni come questa che si è creata negli ultimi giorni nella galera nuorese.

Rassegnarsi passivamente a tutto ciò, significherebbe accettare l’inaccettabile. 

Se nelle galere avvengono pestaggi e omicidi all’ordine del giorno, è perchè ci sono le squadrette di di guardie che gli attuano; se il sistema carcere esiste e funziona, è perchè qualcuno lo tiene in piedi.

E questo qualcuno ha nome e indirizzo…


Posted: Gennaio 31st, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su


SARDEGNA; AFRIN PERCHE’ CI RIGUARDA?

Posted: Gennaio 31st, 2018 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su SARDEGNA; AFRIN PERCHE’ CI RIGUARDA?

Pubblichiamo dal sito https://sardegnaanarchica.wordpress.com

– il tentativo delle popolazioni del Rojava di darsi una propria forma di autorganizzazione, basata sul rispetto delle etnie, sulla partecipazione popolare, sull’autodifesa e sulla crescita dei valori di uguaglianza rappresenta, pur con le naturali contraddizioni imposte anche dal contesto di guerra in cui si è realizzato, un esempio importante. Ogni popolo che decide di resistere alle oppressioni e ai genocidi perpetuati dagli Stati e cerca di vivere secondo un’esistenza pacifica e solidale è un popolo da sostenere ed appoggiare. In un contesto dominato dalle azioni imperialiste degli Stati che usano i diversi attori in loco per mantenere i propri interessi economici, in un contesto dominato da forze islamiste radicali (da sempre finanziate e usate dai medesimi Stati imperialisti) che impongono regimi di terrore e sfruttamento sulle popolazioni, in un contesto dominato dall’imposizione di regimi che, più o meno con denominazioni democratiche, si basano su una gestione verticistica e autoritaria del potere, il tentativo dei curdi di resistere e creare un modello sociale di convivenza e autogoverno è un’esperienza con cui vogliamo essere solidali.
– le guerre degli ultimi anni nel contesto del Medio Oriente rappresentano l’ennesimo esempio della politica imperialista degli Stati Occidentali; politica di rapina e sfruttamento, tesa a ridisegnare gli equilibri territoriali per avere al potere servi sempre più accondiscendenti, porte sempre più aperte sullo sfruttamento delle risorse, borse sempre più ricolme di soldi delle multinazionali della guerra e delle aziende delle cosiddette “ricostruzioni post guerra”. La resistenza dei curdi ha rappresentato un tentativo in direzione contraria a questo processo. Questo processo non è stato e non è privo di contraddizioni, come tutti i processi che il reale vogliono mutare, ma rimane il sacrificio di un’intera popolazione di lottare per la propria esistenza e libertà.
– le migliaia di migranti che negli ultimi anni sono arrivati sulle nostre coste (ed immessi nella catena del business dello sfruttamento) sono il frutto di queste guerre lontane, ma forse non così tanto. L’esperimento curdo rappresenta un tentativo di opporsi a questi conflitti e soprattutto di creare un modello sociale basato sulla convivenza solidale e pacifica, contro le logiche di sopraffazione e conquista. Sostenere questo esperimento significa quindi opporsi alle guerre di oggi e del domani, significa opporsi alle logiche imperialiste che stanno condannando migliaia di persone a morire nei confini libici, nei mari, nei centri per migranti, nei campi di lavoro.
– la nostra terra è da sempre terra di sperimentazione ed esercitazione dei signori della guerra: quelli in giacca e cravatta delle multinazionali e quelli in divisa degli eserciti. Le armi usate nei conflitti in Medio Oriente vengono prodotte e testate da aziende italiane (prima su tutte Leonardo/Finmeccanica) nei nostri territori, vendute poi a Stati e macellai di varia specie. Opporsi a questo ennesimo genocidio significa opporsi alla politica della militarizzazione e alla logica del profitto sulla pelle delle persone.
– la nostra storia è fatta di dominazione coloniale e annientamento della propria identità. La storia dei curdi è altrettanto storia di colonialismo feroce da parte dello Stato turco che da anni, dopo i massacri sulle popolazioni, porta avanti una politica di deculturazione forzata, di negazione dell’identità curda e di pulizia etnica. Sostenere il popolo curdo significa sostenere la stessa lotta per l’autodeterminazione che vogliamo per la nostra terra.
E’ necessario, ora più che mai, dimostrare la nostra solidarietà rivoluzionaria ai nostri compagni che combattono sul fronte e al popolo curdo che lotta per la propria autodeterminazione. Riteniamo necessario l’uso di qualunque mezzo per attaccare lo Stato imperialista turco, le sue strutture e i suoi uomini presenti sui territori in cui viviamo.

Alcuni Anarchici Sardi


Posted: Ottobre 29th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su


6 Ottobre – 2° Cena Cionfraiola!

Posted: Settembre 27th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 6 Ottobre – 2° Cena Cionfraiola!

*I temi che quotidianamente affrontiamo al collettivo purtroppo non sono cose su cui scherzare, ma riteniamo altrettanto importante creare socialità, divertirci e a volte non prenderci troppo sul serio, e cogliere queste occasioni per raccogliere fondi.
In questo caso il ricavato sarà destinato a finanziare lo spazio sociale del collettivo e le future attività.


Venerdì 6 ottobre – 2° Cena Cionfraiola!

Posted: Settembre 27th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Venerdì 6 ottobre – 2° Cena Cionfraiola!

*I temi che quotidianamente affrontiamo al collettivo purtroppo non sono cose su cui scherzare, ma riteniamo altrettanto importante creare socialità, divertirci e a volte non prenderci troppo sul serio, e cogliere queste occasioni per raccogliere fondi.
In questo caso il ricavato sarà destinato a finanziare lo spazio sociale del collettivo e le future attività.


“La condizione umana nel pensiero libertario”

Posted: Agosto 23rd, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su “La condizione umana nel pensiero libertario”


Difendere la terra e costruire territorio, uno sguardo al Chiapas di oggi

Posted: Agosto 23rd, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Difendere la terra e costruire territorio, uno sguardo al Chiapas di oggi


ROVESCIARE L’EDUCAZIONE // 9-10 SETTEMBRE 2017

Posted: Agosto 12th, 2017 | Author: | Filed under: General, Iniziative, Spazio Sociale | Commenti disabilitati su ROVESCIARE L’EDUCAZIONE // 9-10 SETTEMBRE 2017
9-10 SETTEMBRE 2017
ROVESCIARE L’EDUCAZIONE
Riflessioni ed esperienze sull’educazione libertaria
 
E’ possibile pensare una scuola in cui bambini e bambine, ragazzi e ragazze abbiano il diritto di decidere come, quando, che cosa e con chi imparare? Una scuola in cui abbiano il diritto di condividere le scelte che riguardano la propria scuola, in modo paritario?
L’educazione libertaria e le scuole che ad essa si ispirano cercano di disegnare un modello educativo diverso, in cui i bambini e le bambine, insieme ai loro accompagnatori/trici, diventano parte attiva del loro percorso educativo.
In questa due giorni cercheremo di capire la prospettiva dell’educazione libertaria e conoscere nel vivo come funziona una scuola libertaria a partire dall’esperienza de I Prataioli di Pavullo.
SABATO 9 SETTEMBRE H. 16.00 
L’educazione libertaria. Come ripensare un modello educativo
Francesco Codello, insegnante, dirigente scolastico, fondatore della REL
DOMENICA 10 SETTEMBRE H. 10.00-18.00
La libertà è un cammino che si costruisce insieme. Racconti di un’esperienza di educazione libertaria autogestita dell’appennino modenese. 
Claudio Orrù, Viola Bertoni, accompagnatori della scuola libertaria “I prataioli”
DOVE: Parco Lu Cantaru, SP 18 Sassari-Argentiera, km 24+300
MANGIARE E DORMIRE: sarà possibile mangiare per la cena del Sabato e il pranzo di Domenica. Inoltre, per chi desiderasse rimanere a dormire la notte del Sabato sono a disposizione alcuni posti tenda e possibilità di parcheggio per camper.
INFO: Per chi desidera partecipare, troverà nel Programma allegato tutti i dettagli.
Vi invitiamo a condividere con amici e amiche il materiale informativo (locandina e programma).
Vi aspettiamo!
 

OGNUNO COME MEGLIO CREDE

Posted: Agosto 12th, 2017 | Author: | Filed under: General, Militarizatzione | Commenti disabilitati su OGNUNO COME MEGLIO CREDE

riceviamo e diffondiamo:

 

Da diverso tempo la consapevolezza antimilitarista e non solo, ha preso consistenza nei fatti, in tutto il territorio sardo. Momenti di rottura e attacco si sono prodotti e incuneati nell’ingranaggio guerrafondaio, con risultati alterni ma comunque incoraggianti. Pratiche diverse, di massa o individuali, si sono intrecciate per un percorso unico col fine comune di porre freno, e in prospettiva fine, al dominio in divisa, alla sua logica e alla sua arroganza. Scritte sui muri, danneggiamenti vari, reti un tempo invalicabili divelte con rabbia, sbirri e servi vari affrontati con determinazione. NON BASTA.

La macchina da guerra continua il suo percorso, lo fa quotidianamente, architettando ed esportando l’imperialismo ed il colonialismo ovunque, in nome del profitto, sfruttando uccidendo e distruggendo popoli e territori, dalla Sardegna al capo opposto del mondo. Militari, Rwm, Vitrociset ingrossano i loro profitti ogni giorno.

Che fare? Tutto il possibile con ogni mezzo necessario. Attaccare le strutture in divisa e quelle a loro affini e complici non è impensabile, non è impossibile, non è impraticabile. Gli ultimi tre anni di lotte lo dimostrano  e dimostrano che si può e si deve andare avanti, si deve andare oltre, nei propri territori, paesi, città e nei propri quartieri. Sfruttiamo la vastità dei territori dei nostri nemici, troppo difficili da controllare. Imprevedibili, silenziosi, capillari e precisi, ognuno con i suoi mezzi, ognuno con le sue idee.

–          13 Gennaio: Sant’Antioco. Bloccato convoglio di mezzi militari.

–          27 Gennaio: S.S.130 si ribalta un mezzo dell’esercito.

–          Marzo: Disturbata lezione del responsabile del Dass (Cagliari)

–          Marzo: Cagliari, imbrattata la sede della Tirrenia, complice dei trasporti di bombe e militari.

–          Aprile: Cala Mosca, tagliati diversi metri di rete militare.

–          Giugno: Senorbì, bruciata un’officina che ripara i mezzi di esercito e polizia(numerosi i mezzi distrutti)

–          Giugno: Cagliari, danneggiato mezzo Vitrociset.

–          Giugno: Decimomannu, incendio all’interno dell’aereoporto militare.

–          Luglio: Cagliari, interrotto seminario marina militare all’università.

–          Agosto: Danneggiato mezzo Vitrociset.

–          Ottobre: Sassari, interrotto seminario dei militari all’università.

–          23 Novembre: Capofrasca, scontri con la polizia e taglio di reti nel poligono.

–          Dicembre: Capofrasca, tagliati decine di metri di reti militari.

–          Dicembre: azioni antimilitariste a Teulada e Domusnovas.

–          Aprile: Teulada, tagliati decine di metri di reti militari.

–          Maggio: Danneggiato mezzo Vitrociset.

–          Maggio : scritte e azioni durante il passaggio del giro d’italia.

 

“ Cando si tenet su bentu, est prezisu bentulare”


SOLIDARIETA’ CON GLI ARRESTATI DEL 3 AGOSTO

Posted: Agosto 5th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su SOLIDARIETA’ CON GLI ARRESTATI DEL 3 AGOSTO

SICURI SOLO DI UNA COSA: DA CHE PARTE STARE

La mattina del 3 agosto a Firenze sono stati arrestati otto compagni e compagne con l’accusa di aver piazzato, il primo gennaio, l’ordigno alla libreria “Il Bargello” di Casapound a Firenze e per le molotov lanciate contro una stazione dei carabinieri ad Aprile.

Oggi come allora, davanti a un’azione contro Casapound, realtà fascista, razzista e xenofoba, protagonista di decine e decine di pestaggi contro migranti, studenti alle manifestazioni, protagonista di azioni squadriste contro centri sociali e militanti, protagonista di una politica votata al becero populismo, ma che di fatto nasconde gli stessi interessi clientelari e di servizio al potere…

Oggi come allora, davanti a un’azione contro una caserma dei carabinieri, espressione di questo sistema marcio e guerrafondaio, complici di uno stato che impoverisce, sfrutta e crea tensioni sociali, che si rende protagonista delle tante morti per mano della “giustizia”…

Oggi come allora, sappiamo da che parte stare: dalla parte di chi lotta contro questo sistema.

Solidarietà con gli arrestati e le arrestate! Libertà per tutte e tutti!


Posted: Luglio 29th, 2017 | Author: | Filed under: General, Iniziative, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su

Scritte apparse sui muri di Sassari in solidarietà con il prigioniero Davide Delogu


Solidarietà con i prigionieri turchi Nuriyeh e Semih

Posted: Luglio 29th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Solidarietà con i prigionieri turchi Nuriyeh e Semih

video di solidarietà con i prigionieri turchi Nuriyeh e Semih in sciopero della fame dal 141 giorni


Solidarietà dal Kurdistan a Davide Delogu

Posted: Luglio 27th, 2017 | Author: | Filed under: General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Solidarietà dal Kurdistan a Davide Delogu

Solidarietà dal Kurdistan al prigioniero Davide Delogu


Posted: Luglio 27th, 2017 | Author: | Filed under: General, Iniziative, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su

28 LUGLIO ORE 15.30
PIAZZA UNIONE SARDA – CAGLIARI
PRESIDIO CONTRO LA TORTURA CARCERARIA
DAVIDE DELOGU DETENUTO AL CARCERE DI AUGUSTA
HA INIZIATO LO SCIOPERO DELLA FAME!

Tortura, tentato omicidio, istigazione al suicidio: storia di ordinaria detenzione.

A seguito di un reclamo presso il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari veniamo a sapere delle condizioni e vessazioni a cui è sottoposto un nostro amico e compagno, Davide Delogu, detenuto nel carcere di Augusta (SR). Sono parecchi anni che Davide lamenta che gli venga riservato un trattamento carcerario ascrivibile alla tortura piuttosto che alla detenzione.

Lo ha fatto in tanti modi: ha lottato all’interno del carcere, ha scritto, ne ha parlato con i propri cari e avvocati, si è ribellato con tutti i mezzi e l’energia che poteva disporre rinchiuso; ed ora, attraverso il reclamo, ha persino cercato di ricordare alle istituzioni statali di rispettare almeno le leggi che esse stesse hanno elaborato, ne cita tantissime, le conosce bene ormai, lui che non le ha mai riconosciute.

L’aver indotto Davide a doversi rivolgere a un Tribunale per denunciare la sua condizione è già di per se una tortura, e ci induce a pensare, a temere, che l’intento non sia più stroncare la sua personalità e le sue convinzioni ma interrompere la sua stessa esistenza.

A Davide, già sottoposto da anni al regime 14 bis, sono stati imposti sei mesi di durissimo isolamento punitivo: è privato della socialità interna; in isolamento totale e continuativo; rinchiuso in una cella cosiddetta liscia, cioè priva di radio, televisione, armadio e fornelli di dotazione (l’arredo consiste in letto, tavolo e sgabello); le due ore d’aria si svolgono in un’ulteriore cella semplicemente più grande della prima, in pratica non vede mai il sole; non riceve le quotidiane visite mediche, obbligatorie in questo genere di regime che tra l’altro non può essere superiore ai 15 gg.

A tutto ciò si aggiunge: l’impossibilità di visita da parte dei parenti e dell’unica amica autorizzata a vederlo, perché è stato deportato in Sicilia nel 2013, in meno di quattro anni è stato trasferito in quattro differenti strutture carcerarie siciliane; non riceve posta e non può inviarla, non può avere libri ne giornali. Ora può vedere solo il suo avvocato.
Perchè lui? Perchè tanto accanimento?

Davide viene condannato a dodici anni per un reato comune, svoltosi in Sardegna e qui giudicato. Detenuto nel carcere di Buoncammino a Cagliari, e nell’estate del 2013, partecipò alle proteste messe in atto da numerosi detenuti nel carcere cagliaritano che denunciavano le condizioni detentive al limite dell’umano a cui venivano sottoposti.
È noto come il carcere di Buoncammino (ormai trasferito nella nuova sede-fortezza di Uta) si sia distinto per le condizioni oppressive dei carcerati che, in un comunicato dell’epoca delle proteste, riferivano del “sovraffollamento intollerabile con detenuti ammassati in celle lager in condizioni igieniche e strutturali al limite dell’indecenza, speculazione sui prezzi della merce, trattamenti inumani, abusi di qualsiasi genere e troppo, troppo altro ancora”.

A partire da maggio del 2013 decine di detenuti iniziarono lo sciopero del carrello in segno di protesta contro le barbarie che erano costretti a subire. Come previsto il loro grido non fu ascoltato dall’orecchio sordo dell’apparato carcerario e la protesta si infiammò.

Conseguenza di queste rivolte, oltre le perquisizioni, le minacce e le intimidazioni (e risulta anche un pestaggio), fu il trasferimento di una parte dei “ribelli”, tra cui Davide che venne spostato al Pagliarelli di Palermo e accusato di tentata evasione. La presunta intenzione di evadere, il fatto che fosse parte attiva nelle proteste e la sua “contiguità agli ambienti anarchici” gli sono costati il “Regime di sorveglianza particolare”, ennesimo strumento di tortura legalizzato dettato dal ben noto art. 14-bis.

Da quel momento Davide è sottoposto a un’odissea fatta di isolamento, trasferimenti punitivi, censura e sequestro della corrispondenza, limitazioni di ogni forma di socialità e comunicazione con gli altri detenuti e con l’esterno, compresi i parenti e il suo avvocato. Un’altra misura (per il momento sventata dall’opposizione del suo difensore), atta a zittire l’imputato e l’ampia solidarietà creatasi attorno ad esso, è stato il tentativo da parte del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) di imporre il processo in videoconferenza. Questo provvedimento, oltre a rappresentare l’ennesimo esempio di totale arbitrarietà di applicazione delle norme nei penitenziari, è stata l’ennesima azione punitiva nei confronti di Davide, della sua caparbietà, della sua voglia di tirare la testa fuori dal sacco e non cedere alle ripicche del sistema carcerario.
Da dentro le mura del carcere Davide non ha mai perso occasione di appoggiare le proteste dei suoi compagni detenuti, di esprimere piena solidarietà alle realtà in lotta come i NO TAV, di denunciare ad alta voce le morti nelle carceri. Nonostante l’isolamento impostogli dalla barbaria della galera ha sempre tenuto la testa alta e non si è mai piegato al volere del carcere che lo vorrebbe prono e dentro degli schemi pre-confezionati e pre-determinati.

Davide non si è mai arreso, appunto, e il 1° maggio scorso tenta l’evasione dal carcere di Augusta, gli riesce quasi e se la rivendica, è stato il vento a tradirlo. Maledette isole!
L’amministrazione carceraria di Augusta non la ha presa bene, la butta sul personale. L’ordinamento penitenziario nella sua monumentale crudeltà non è sufficiente a soddisfare la sete di vendetta del suddetto “centro di correzione”, d’altronde non sono mica gli unici!

La storia di Davide è la storia di decine di persone costrette a regimi disumani di carcerazione, illegali come la discrezionalità delle amministrazioni carcerarie e legali come il 14 bis e il 41 bis. Strumenti di annientamento fisico e psicologico che cercano di annullare chi, come lui, si oppone con tutti i propri mezzi a questo sistema fatto di sfruttamento, oppressione, coercizione e violenza. Lo stesso sistema che ti uccide a lavoro, negli ospedali psichiatrici, nelle caserme e nelle galere. Un sistema che se non ti pieghi diventi automaticamente un indesiderato, un emarginato, un essere da isolare e cancellare. E se proprio non ti pieghi finisci peggio.

Oggi 26 luglio 2017 apprendiamo che il reclamo di Davide è stato accolto solo in parte, annullando la disposizione che prevedeva la fruizione delle due ore d’aria in assenza di altri detenuti e che per il resto le sue condizioni resteranno invariate.
Davide ha iniziato lo sciopero della fame per tutti questi motivi e anche perché grazie alla censura non gli fanno avere una foto di un caro amico che è morto poco tempo fa.

Per queste ragioni vi invitiamo al presidio che si terrà venerdì 28 luglio 2017 alle 15:30 nel Piazzale dell’Unione Sarda.

Amiche e Amici – Compagne e Compagni 

22/29 Luglio, settimana di solidarietà diffusa contro l’isolamento punitivo di Davide Delogu

Posted: Luglio 24th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 22/29 Luglio, settimana di solidarietà diffusa contro l’isolamento punitivo di Davide Delogu

Appello alla solidarietà diffusa contro l’isolamento punitivo di Davide

Il 18 Luglio si è svolta un’udienza per un reclamo presso il Tribunale di Sorveglianza di Cagliari fatto da Davide contro le condizioni cui è sottoposto al carcere di Augusta.

Attraverso la descrizione riportata nel reclamo abbiamo scoperto che Davide, già sottoposto al regime 14 bis, sta subendo una pesantissima tortura: è stato “condannato” a sei mesi di isolamento punitivo.

Un isolamento totale, in una cella sotterranea, liscia, senza tv e radio, senza socialità e senza mai vedere il sole. A questo si aggiunge l’applicazione della censura su tutta la corrispondenza. Le uniche persone che incontra sono il suo avvocato e le guardie.

Purtroppo scopriamo solo ora che in queste condizioni vive già da due mesi.

Questa punizione, così forte, così esemplare, viene riservata a Davide perchè è un ribelle, perchè il 1° Maggio è quasi riuscito ad evadere da quel merdoso carcere in cui è rinchiuso, solo il vento gli ha negato la corsa oltre le sbarre e il sapore della libertà.

Le guardie l’hanno preso all’ultimo, mitra in mano gli hanno intimato la resa, poi, umiliati dall’intelligenza e dalla tenacia di un uomo così legato alle sue idee e alla voglia di libertà, hanno pensato alla punizione perfetta, ed eccola architettata.

Sei mesi di un isolamento così duro che di solito i regolamenti penitenziari lo prevedono per un massimo di 15 giorni, sotto controllo medico.

In questo momento dobbiamo stare ancora più vicini a Davide, e far vedere e sentire a chi lo vorrebbe spezzare che non è solo, che i suoi compagni e le sue compagne sono con lui, nelle sue lotte e nelle sue scelte.

Per questo lanciamo un appello a una settimana di solidarietà diffusa, dal 22 al 29 luglio, contro l’isolamento e la tortura cui è sottoposto.

Per scrivergli: Davide Delogu, Contrada Ippolito 1, 96011 Augusta (SR)

Cassa Antirepressione Sarda


Tavola Planetaria, Tavola di Sfruttamento!

Posted: Luglio 20th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Tavola Planetaria, Tavola di Sfruttamento!

Questa sera in piazza Santa Caterina si svolgerà una cena “condivisa” organizzata dal comune di Sassari per promuovere la conoscenza reciproca… Gli organizzatori allestiranno una tavola a cui potrà sedersi chi si è preventivamente iscritto tramite e-mail. Nobile intento quello di promuovere la socialità proponendo (e in una certa misura istituzionalizzando) pratiche di autogestione e di riappropriazione delle piazze e delle vie… Ma andando a guardare bene chi è il vero soggetto promotore di questa iniziativa troviamo l’azienda biochimica Novamont, che dal suo sito presenta l’iniziativa ” La Tavola Planetaria” informandoci che “durante l’iniziativa saranno utilizzate le stoviglie in MATER-BI, la bioplastica biodegradabile e compostabile frutta della ricerca NOVAMONT, che possono essere smaltite con la frazione organica contribuendo così a ridurre in modo significativo l’impatto ambientale dell’evento”  Una bella trovata pubblicitaria in salsa social e con ambizioni multietniche per questa multinazionale che assieme a ENI, dal 2011, è entrara all’interno del polo industriale di Porto Torres con il progetto Chimica Verde… Ma facciamoci spiegare meglio di cosa si tratta da due commensali seduti a questa tavola planetaria:


Sant’Apollinare scende in piazza per Giugghendi in Carrera!

Posted: Luglio 18th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Sant’Apollinare scende in piazza per Giugghendi in Carrera!

Nel tardo pomeriggio di sabato 7 luglio, piazza Sant’Apollinare si è riempita di gente di tutte le età…    I gioghi di strada dei pitzinni di un tempo sono stati insegnati alle bambine e ai bambini che affollano quotidianamente le vie si Sàssari Vècciu! Un caloroso ringraziamento a chi si è impegnato tanto per la riuscita di questa giornata tra giochi, murales, panini, musica e tanta socialità…

Speriamo di rivederci presto in piazza per nuove iniziative di quartiere!

Qui di seguito qualche foto e il testo letto durante l’iniziativa:


21 luglio // Cena cionfraiola benefit A Foras Camp

Posted: Luglio 17th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su 21 luglio // Cena cionfraiola benefit A Foras Camp

Gli chef stellati di A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna sono lieti di invitarvi alla:

“1°cena cionfraiola* di autofinanziamento per A FORAS Camp 2017”

Menù:

– Panzanella “alla Sigonella”

– Hummus e purputza con erbe di macchia mediterranea di Capo Frasca

– Lasagna bianca alle verdure, fiori e Belfiori

– “Bombas de Quirra” con zucchine impoverite

– Frutta di stagione, tazza di vino e caffè bollente al napalm incluso

Sottoscrizione: 15 € a cabbu

Venerdì 21 luglio dalle ore 19:30
Culletivu S’ideaLìbera, via Casaggia,12 Sàssari vècciu.

Prenota il tuo posto a tavola entro mercoledì 19/07
al 3297892577 e comunicaci le tue allergie.

Possibilità di varianti vegetariane e vegane.

*L’occupazione militare della Sardegna purtroppo non è una cosa su cui scherzare, ma riteniamo altrettanto importante creare socialità, divertirci e a volte non prenderci troppo sul serio, e cogliere queste occasioni per raccogliere fondi.
In questo caso il ricavato sarà destinato a finanziare il campeggio di fine estate di A FORAS.


Posted: Luglio 17th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO…E MILITARI

 
La militarizzazione di un territorio e di una società passa anche, e soprattutto di questi tempi, tra i banchi di scuola. I casi di corsi di laurea basati su accordi con le Istituzioni militari sono ormai decine, uno dei quali proprio qui a Sassari dove il Corso di laurea in Sicurezza e cooperazione internazionale si basa su una convenzione proprio con i militari e che mira a formare soggetti che, lavorando in contesti emergenziali, operino in contiguità tra il mondo della società civile e il mondo militare. Decine le iniziative ogni anno dentro le scuole, con militari pronti a spiegare cosa sia il bullismo (in questo, sì, esperti grazie alle costanti prassi di nonnismo dentro le caserme..), la legalità e così via. Ora però una nuova novità si aggiunge a questo vasto panorama di contiguità tra militare e civile: l’Ufficio Scolastico regionale dell’Emilia Romagna ha siglato con il locale Comando Militare dell’Esercito un protocollo d’intesa per la realizzazione di attività Alternanza Scuola lavoro. L’iniziativa è rivolta agli istituti tecnici ad indirizzo economico e ai licei. Gli studenti verranno portati a “lavorare” presso l’Ufficio Documentale dell’Esercito, gestendo pratiche di archivio e aggiornando database.
Le attività di alternanza scuola-lavoro avranno una durata di circa 2 settimane per complessive 72 ore e saranno realizzabili rispettivamente nei mesi da settembre a novembre e da gennaio a luglio. Per ora il Comando individua la possibilità di accogliere 144 studenti in ambito provinciale.
Leggendo il protocollo di Intesa (http://www.bo.istruzioneer.it/si_pub/file.php?file=doc/20170703094324_Allegato1_PIANO_DELLE_ATTIVITA.pdf), tra le varie cose è indicativo vedere come “il Comando Militare Esercito “EMILIA ROMAGNA” si impegna a contribuire alla formazione in materia di sicurezza”, mentre “le istituzioni scolastiche assumeranno i seguenti impegni: valorizzare, all’interno del proprio piano di comunicazione, le attività svolte con il Comando Militare Esercito “EMILIA ROMAGNA”, segnalando i principi di valore su cui si fonda il protocollo; contribuire in termini professionali ed istituzionali alle eventuali attività di comunicazione dell’esperienza didattica svolta dal Comando Militare Esercito “EMILIA ROMAGNA” nell’ambito del protocollo”. Il primo punto, dunque, rende evidente come l’obiettivo di questo progetto, al di là dello sfruttamento gratuito della manodopera studentesca in perfetta linea con l’Alternanza scuola-lavoro, sia quello di veicolare i concetti securitari su cui lo Stato sta investendo per giustificare la sempre più pervasiva militarizzazione della società; dall’altra i punti inerenti le scuole sottolineano come queste debbano trasformarsi in promoter dell’esercito.
Il legame sempre più forte tra scuola e militarizzazione del sociale deve essere reciso. Crediamo sempre più nella necessità di opporci con ogni mezzo a tutte le manifestazioni del militarismo nella società. E’ fondamentale che ognuno, nei suoi territori e nei suoi ambienti, smascheri questi schifosi viscidi e lotti contro di essi.
NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA!!
VIA I MILITARI DA SCUOLE E UNIVERSITA’!!

Posted: Giugno 29th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su


Posted: Giugno 27th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su


Protesta delle donne palestinesi prigioniere nei carceri israeliani

Posted: Giugno 22nd, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Protesta delle donne palestinesi prigioniere nei carceri israeliani
Le donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane lanciano una protesta contro i maltrattamenti da parte del servizio carcerario israeliano 
Almeno 30 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane hanno lanciato un’azione di protesta lunedì, 5 giugno, cominciando a rimandare indietro i pasti e rifiutando di alzarsi alla chiamata. Ciò in risposta all’annuncio che un certo numero di donne darà spostato dal carcere di HaSharon al carcere di Ramla, dove sono rinchiusi criminali comuni israeliani, e dove sarebbero esposte ad ulteriori rischi sia sul piano fisico che sul piano psicologico.[1]
Le donne hanno inoltre denunciato l’aumento dei prezzi nel magazzino alimentare gestito da una compagnia israeliana come pure del materiale di artigianato tessile, che in passato era fornito dalle famiglie. Ora, lo devono invece comprare e pagare. 
La protesta riguarda anche le umilianti ispezioni corporali cui sono sottoposte prima di trasferimenti e visite, e gli insulti da parte di guardie e carcerieri. E’ stato inoltre riferito che alle detenute è stato vietato di partecipare insieme all’Iftar, il pasto che rompe il digiuno quotidiano.
La protesta delle donne avviene in contemporanea con l’inizio degli incontri tra l’amministrazione delle prigioni israeliane e i prigionieri palestinesi, che avevano intrapreso lo sciopero della fame di 40 giorni per l’attuazione dell’accordo che aveva posto fine allo sciopero nelle carceri Hadarim e Ashkelon. Tra le richieste anche alcune misure riguardanti le detenute – tra cui l’accesso a materiali di artigianato e la fine dei trasferimenti abusivi e dei maltrattamenti. Tuttavia, le madri di diverse detenute, tra cui Shatila Abu Ayyad e Nurhan Awad, hanno riferito che le loro figlie hanno visto solo peggioramenti della loro condizione, probabilmente come rappresaglia per lo sciopero.
Anche il responsabile della “Commissione per i prigionieri”, Issa Qaraque, ha confermato gli abusi nei confronti delle prigioniere, e la continuazione delle perquisizioni da parte di militari maschi anziché da donne come richiesto.
Circa gli incontri per l’implementazione degli accordi, Issa Qaraque ha detto che fin’ora si è tenuto un incontro, il cui esito al momento non è noto, aggiungendo che qualora non vi fossero risposte da parte della amministrazione israeliana, i prigionieri sono pronti a riprendere lo sciopero.
(Commissione per i prigionieri palestinesi e http://www.maannews.com/Content.aspx?id=777519

Sullo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi

Posted: Giugno 22nd, 2017 | Author: | Filed under: General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Sullo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi

I detenuti palestinesi nelle carceri israeliane hanno sospeso il lungo sciopero della fame dopo un accordo con le autorità. Ma il loro problema principale non è stato affrontato.

di Meghna Sridhar e Tripp Zanetis
01.06.2017, Jacobin (USA)

Traduzione di Internazionale

I prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane che hanno osservato uno sciopero della fame per quaranta giorni chiedevano miglioramenti delle loro condizioni di vita, come un accesso più facile alle visite e alle telefonate dei familiari. Ma alla base di tutto c’è un problema più insidioso: il sistema dei tribunali militari, che dal 1967 ha portato all’incarcerazione di un uomo palestinese su tre. I palestinesi detenuti in Israele sono condannati da un sistema giudiziario gestito dall’esercito, che non prevede le stesse tutele garantite nei tribunali civili. Queste corti si occupano solo di reati contro cittadini o proprietà israeliani, e non perseguono i reati commessi dai coloni in Cisgiordania né quelli in cui le vittime sono palestinesi. Come ha osservato il leader dell’ultima protesta dei detenuti, Marwan Barghouti, i tribunali militari sono “complici dei crimini dell’occupazione”.
Il portavoce del ministro degli esteri israeliano Emmanuel Nahshon ha dichiarato che i detenuti palestinesi non sono prigionieri politici, ma “terroristi e assassini condannati”. Tuttavia la realtà e le statistiche dicono altro. Ogni anno i tribunali militari processano tra i cinquecento e i settecento minorenni. Dal 2010 al 2015 il 79 per cento di loro è stato perseguito per aver lanciato pietre, che le regole dell’esercito israeliano considerano un reato “contro l’ordine pubblico”. A commetterlo sono spesso ragazzini che lanciano sassi verso obiettivi troppo distanti per essere colpiti. I tribunali militari perseguono anche altri reati di natura non violenta, come l’istigazione, un termine che può comprendere il fatto di aver pubblicato su Facebook un post contro l’occupazione. Altri palestinesi sono chiamati a rispondere dell’accusa d’iniltrazione, reato contestato a chi entra illegalmente in Israele per lavorare.
Sempre condannati
C’è una buona ragione se la pratica di processare civili, e soprattutto minori, in un tribunale militare per un periodo di tempo così lungo non ha precedenti in una democrazia. Il diritto internazionale consente procedimenti contro i civili da parte dei tribunali militari solo nel caso eccezionale di un’occupazione durante una guerra. E le leggi internazionali sull’occupazione non ne hanno mai contemplata una che dura cinquant’anni.
Il 99,74 per cento dei casi esaminati da un tribunale militare finisce con una condanna: una volta incriminato, un palestinese ha poche possibilità di difendersi con successo. Le prove, soprattutto nel caso di minori, sono spesso frutto di confessioni estorte con la forza, ma le istanze per chiedere l’esclusione di queste prove illegali non sono quasi mai accolte. Gli atti dei processi sono in ebraico, una lingua sconosciuta a quasi tutti gli accusati e alla maggior parte dei loro avvocati. Le traduzioni sono spesso inaccurate. Molti casi si risolvono con un’ammissione di colpevolezza perché, secondo alcuni avvocati, sia gli accusati sia i legali di solito sono puniti se cercano di arrivare al processo.
I prigionieri palestinesi subiscono condizioni di detenzione durissime, in strutture a cui i loro familiari hanno un accesso molto limitato. L’incarcerazione di massa è un pilastro del controllo che Israele esercita sulla Cisgiordania. Solo la fine del controllo militare sulla popolazione civile renderà giustizia ai prigionieri palestinesi e a milioni di persone che ogni giorno subiscono umiliazioni fuori dal carcere.
Meghna Sridhar e Tripp Zanetis hanno visitato i tribunali militari della Cisgiordania con una delegazione della Law school dell’università di Stanford.


Joint Star 2017

Posted: Giugno 22nd, 2017 | Author: | Filed under: General, Militarizatzione | Commenti disabilitati su Joint Star 2017

JOINT STARS 2017

 “Il maggior evento addestrativo dell’anno per la Difesa”: così viene definita la maxi esercitazione militare Joint Star 2017.

Come si legge dal sito della difesa, la JS17, che è organizzata dal Comando Operativo di vertice Interforze (COI), sarà costituita da una rete di esercitazioni che saranno condotte tra giugno e ottobre in varie parti del territorio dello Stato italiano e saranno basate su un’operazione interforze e multinazionale di risposta ad una situazione di crisi condotta sotto guida italiana.

La JS17 si articolerà in due parti principali: la prima sarà costituita dalla Virtual Flag 2017 (vf17), che si svolgerà dal 10 al 15 giugno e sarà un’esercitazione che, grazie all’utilizzo di sistemi di simulazione di alta tecnologia, consente di addestrare il personale alla pianificazione e alla conduzione di operazioni aeree senza l’impiego di velivoli; la seconda parte, in programma tra settembre e ottobre 2017, sarà costituita dalla combinazione di varie esercitazioni prevalentemente di tipo “LIVEX”, cioè con impiego di assetti reali.

La VF17 è organizzata dall’Aeronautica Militare e vede anche la partecipazione di personale e assetti del COI, dell’Esercito Italiano e della Marina Militare. Essa si svolgerà principalmente all’interno di una struttura campale esistente presso il Comando Operazioni Aeree di Poggio Renatico (Ferrara), alla quale saranno connessi diversi Reparti operativi delle Forze Armate partecipanti.

L’esercitazione rappresenta un’importante tappa del processo di consolidamento della capacità della Difesa italiana di gestire un Comando di componente aerea (Italian Joint Force Air Component – ITA JFAC) in grado di pianificare, coordinare e controllare tutti gli aspetti di una campagna aerea. In questa edizione, l’ITA JFAC si addestrerà a ricoprire il ruolo di Joint Task Force, cioè il Comando interforze che coordina tutte le forze militari nel caso di un’operazione a prevalente connotazione aerea.

Due le principali novità della VF17. In primo luogo, l’esercitazione includerà anche un addestramento sul Comando e Controllo nel campo della difesa missilistica (Theatre Ballistic Missile Defense – TBMD), con il rischieramento a livello tattico di comandi e unità operative delle tre Forze Armate: un sistema missilistico SAMP/T dell’Esercito Italiano, un’unità navale classe Orizzonte/FREMM della Marina Militare (o, in alternativa, il Centro Campione di MARICENPROG) e un sensore radar AN/TPS-77 dell’Aeronautica Militare. In secondo luogo, saranno anche previste minacce cyber, cioè attacchi rivolti alla rete informatica utilizzata per condurre le operazioni militari.

E IN SARDEGNA?

La Joint Star 2017 è stata spiegata da Pietro Lo Giudice, colonnello del Comando operativo interforze, alla commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito, lo scorso marzo: “Le unità terrestri condurranno attività presso le aree addestrative della Sardegna, quindi mi riferisco a Capo Teulada. Invece, per quanto riguarda le forze aeronautiche, si schiereranno presso le Main Operating Base, che sono quelle di Trapani e di Decimomannu. Per quanto riguarda le unità navali, saranno impegnati il canale di Sicilia e il canale di Sardegna. Queste sono le aree che si stanno identificando per lo svolgimento di questa esercitazione”. Ancora tanti gli aspetti da organizzare, spiega l’ufficiale.

Dal calendario del Comipa, la Joint Star, si terrà da 14 al 29 ottobre. Nel frattempo, sempre a Teulada, andrà in scena anche Mare Aperto, prevista tra il 16 e il 27 dello stesso mese. A Teulada la brigata di manovra si eserciterà anche d’estate, ma solo con munizionamento a salve. Il resto dell’autunno-inverno 2017, fino a dicembre si eserciteranno anche l’Aeronautica e la Marina.

CAPO FRASCA E QUIRRA. Nel poligono del Sinis il calendario è tutto rosso per tre mesi: significa che si terranno esercitazioni a fuoco.

Perdas– poligono a terra – verrà coinvolto nella guerra elettronica Ramstein Guard 6 dal 16 al 30 ottobre.

A novembre e dicembre i piloti si eserciteranno sugli innovatiti aerei di Leonardo, gli M346 FA.

A mare a dicembre verrà testato il sistema missilistico Teseo Msk2 e ancora la società Leonardo testerà il sistema di lancio Mirach 100/5.

JENTI ATTRINZEDDIVVI!!

NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA!!

Risultati immagini per antimilitarismo

 


Protesta delle detenute palestinesi nelle carceri israeliane

Posted: Giugno 22nd, 2017 | Author: | Filed under: General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su Protesta delle detenute palestinesi nelle carceri israeliane
Le donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane lanciano una protesta contro i maltrattamenti da parte del servizio carcerario israeliano 
Almeno 30 donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane hanno lanciato un’azione di protesta lunedì, 5 giugno, cominciando a rimandare indietro i pasti e rifiutando di alzarsi alla chiamata. Ciò in risposta all’annuncio che un certo numero di donne darà spostato dal carcere di HaSharon al carcere di Ramla, dove sono rinchiusi criminali comuni israeliani, e dove sarebbero esposte ad ulteriori rischi sia sul piano fisico che sul piano psicologico.[1]
Le donne hanno inoltre denunciato l’aumento dei prezzi nel magazzino alimentare gestito da una compagnia israeliana come pure del materiale di artigianato tessile, che in passato era fornito dalle famiglie. Ora, lo devono invece comprare e pagare. 
La protesta riguarda anche le umilianti ispezioni corporali cui sono sottoposte prima di trasferimenti e visite, e gli insulti da parte di guardie e carcerieri. E’ stato inoltre riferito che alle detenute è stato vietato di partecipare insieme all’Iftar, il pasto che rompe il digiuno quotidiano.
La protesta delle donne avviene in contemporanea con l’inizio degli incontri tra l’amministrazione delle prigioni israeliane e i prigionieri palestinesi, che avevano intrapreso lo sciopero della fame di 40 giorni per l’attuazione dell’accordo che aveva posto fine allo sciopero nelle carceri Hadarim e Ashkelon. Tra le richieste anche alcune misure riguardanti le detenute – tra cui l’accesso a materiali di artigianato e la fine dei trasferimenti abusivi e dei maltrattamenti. Tuttavia, le madri di diverse detenute, tra cui Shatila Abu Ayyad e Nurhan Awad, hanno riferito che le loro figlie hanno visto solo peggioramenti della loro condizione, probabilmente come rappresaglia per lo sciopero.
Anche il responsabile della “Commissione per i prigionieri”, Issa Qaraque, ha confermato gli abusi nei confronti delle prigioniere, e la continuazione delle perquisizioni da parte di militari maschi anziché da donne come richiesto.
Circa gli incontri per l’implementazione degli accordi, Issa Qaraque ha detto che fin’ora si è tenuto un incontro, il cui esito al momento non è noto, aggiungendo che qualora non vi fossero risposte da parte della amministrazione israeliana, i prigionieri sono pronti a riprendere lo sciopero.
(Commissione per i prigionieri palestinesi e http://www.maannews.com/Content.aspx?id=777519)

Interviste dai fronti del Donbass e della Siria

Posted: Giugno 10th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Interviste dai fronti del Donbass e della Siria

Segnaliamo due recenti interviste che arrivano dai fronti di guerra in Donbass e Siria.

La prima è un’intervista a Nemo, comandante di InterUnit, apparsa su “Tiscali notizie” Risponde ad alcune delle domande classiche sulla questione della lotta in Donbass, fra cui
rifornimenti di armamento, falso mito del sostegno di Putin, ruolo
dei fascisti.

http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/ex-brigatisti-italiani-in-trincea-contro-poroshenko/

 

La seconda è  intervista ad un gruppo anarchico rivoluzionario internazionalista in Rojava/Siria apparsa su Umanità Nuova.

Non per il martirio


La RWM si allarga ancora

Posted: Giugno 5th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su La RWM si allarga ancora

pubblichiamo da nobordersard

https://nobordersard.wordpress.com/2017/05/31/la-rwm-si-allarga-ancora/

 

Nuove cattive notizie arrivano da Iglesias. E confermano più che mai la “vocazione guerrafondaia del sulcis”, l’industria della guerra -pubblica e privata- sembra l’unica in grado di attecchire e espandersi.

La RWM sta provando a insediarsi anche oltre lo stabilimento di Domusnovas, gli industriali tedeschi hanno messo gli occhi su un capannone attualmente inutilizzato nella zona industriale si Iglesisas, Sa Stoia.

L’uso finale del capannone è poco chiaro, tra le varie voci presenti nel documento recapitato al comune di Iglesias, spicca quella di un deposito di materiali infiammabili. Il via libera per iniziare i lavori di messa in sicurezza potrebbe arrivare entro la fine di giugno. Cercheremo di tenervi aggiornati, benché la direzione della RWM si impegni sempre moltissimo a non far uscire notizie riguardati il suo funereo operato, nel frattempo consigliamo la lettura di questo link di Sardiniapost sito dal quale abbiamo appreso la notizia.

http://www.sardiniapost.it/cronaca/rwm-ci-prova-bombe-domusnovas-deposito-liquidi-infiammabili-iglesias/

 


L’RWM affonda i tentacoli

Posted: Giugno 1st, 2017 | Author: | Filed under: Dossier, General, Militarizatzione | Commenti disabilitati su L’RWM affonda i tentacoli

Quello della RWM, terza azienda italiana nel settore degli armamenti, dopo Ge Avio srl e Leonardo è oramai un nome sempre più tristemente noto, come sempre più deleteria e inaccettabile, sta diventando la sua azione espansiva verso una crescita economica che non può rappresentare altro che un la fine per le comunità che sotto la sua ombra, muoiono e scompaiono.

Questa multinazionale delle armi tedesca è leader nel settore degli armamenti a livello mondiale. La sua nascita affonda le radici nella Germania del 1889, e passando attraverso le forniture al Raich, arriva oggi ad esportare carri armati, cannoni, munizioni e sistemi integrati in Iraq, Iran, Zaire, Sudafrica, Paraguay, Danimarca, Somalia, Indonesia, Algeria e altri paesi. Una compagnia con un fatturato che nel 2015 contava 2,6 miliardi di euro, fatturato che nel tempo è andato crescendo assieme al numero di morti, non solo nel conflitto in atto in Yemen.

E proprio nel 2016, il governo francese aveva commissionato alla Reinhmetall, un’importante partita di bombe MK, che non ha consentito solo di aumentare considerevolmente un fatturato annuo , ma ha conseguentemente anche aperto le porte dell’ampliamento allo stabilimento in questione, sancendo le sorti del paese e relegandolo al ruolo di produttore di morte che gli stessi lavoratori scelgono di supportare e coprire, nel silenzio e nel collaborazionismo.

Ed è proprio nell’Aprile del 2016 che emerge la notizia dell’ampliamento dello stabilimento della RWM di Domusnovas. Si firmano in questi giorni le ultime carte per consentire l’ampliamento in questione, che prevede la costruzione di un Campo prove, denominato 140, che verrà edificato nella località di San Marco ( Iglesias) comprendendo anche gli interventi stradali per mettere in connessione lo stabilimento di Domusnovas alla S.S. 130 e S.S. 131 per meglio trasportare e far viaggiare questi carichi di morte dai porti di Cagliari, Porto Canale e Olbia, come dall’aereoporto di Elmas.

Oltre al campo prove 140, la RWM ha recentemente depositato presso il comune di Iglesis la dichiarazione autocertificativa (e inviato allo stesso tempo una relazione secretata a carattere riservato all’ufficio prevenzione incendi del Comando Vigili del fuoco di Cagliari) di un capannone affittato un anno fa e fin’ora rimasto vuoto, in zona Sa Stoia (Area industriale di Iglesias) da una società di Gonnesa, con l’intento di cambiare l’uso dello stabile in “deposito di liquidi infiammabili”. Nello stesso stabile, si vorrebbe allestire inoltre un deposito per lo stoccaggio di “materiali di imballaggio vari, quali legno, carta e cartone, contenitori di plastica e componentistica metallica”, con l’intenzione di adibirlo ad archivio dello stabilimento. La fine dell’iter previsto per le autorizzazioni (avviato pochi giorni fa) è prevista per Giugno. I mercanti di morte, continuano inesorabili ad affondare le loro radici lorde di sangue, in un territorio che ne asseconda ogni intenzione, assecondandone gli sviluppi e gli ampliamenti.

E’ col nome di SEI Società Esplosivi Industriali, producendo materiale esplosivo per industrie minerarie, che Reinhmetall approda in Sardegna, aprendo sede così prima a Ghedi e nel 2001 a Domusnovas, ma espandendo presto le proprie competenze produttive verso settori del mercato delle armi in crescita e dandosi perciò alla produzione di mine anti uomo e mine marine e bombe per i caccia Tornado.

Dal 2014, la società è andata a crescere, tra le concessioni e i permessi, incoraggiando e incentivando investimenti che vanno a impoverire sempre più un territorio devastato dal ricatto occupazionale e dallo spopolamento. Amministrazioni spesso succubi della stessa politica imprenditoriale che ha portato nel corso di decenni a svendere al mercato della più spregiudicata imprenditoria, intere porzioni di territorio, sottraendole alla ricchezza reale della comunità.

Trattandosi di una zona storicamente asservita al disagio industriale, gli avvoltoi della guerra e dei capitali non potevano che trovare facile gioco nel riuscire ad accaparrarsi l’area di interesse

Una storia di inoccupazione e scarse prospettive economiche, quella di Domusnovas, vittima di un modello economico parassitario [*che affonda le sue radici sul modello fallimentare dell’industria sarda, fatto di promesse e disastri, di finanziamenti, politicanti e magnati che hanno aperto le porte della speculazione alle leggi di un mercato assassino e ad un modello economico parassitario].

Lo stesso modello che ha così prodotto oggi, circa 250 dipendenti (di cui solo un centinaio sono i residenti presso D.), per i quali una politica aziendale fatta di silenzio servilismo e premialismo volti a celare l’orrore assemblato in fabbrica e sganciato altrove, non può rappresentare l’unica risposta, sebbene sia quella che gli operai e le amministrazioni di Domusnovas hanno scelto e difendono a spada tratta, senza riguardo alcuno verso le conseguenze della loro ripresa economica.

La millantata riconversione e la mancata ricerca di alternative economiche su cui impiantare nuove prospettive per la comunità, ha lasciato la popolazione di seimila abitanti abbandonata all’assistenzialismo e all’inoccupazione, avviandola verso gli interessi bramosi di questi signori della guerra, che scelgono e investono sull’ampliamento al prezzo di tante vite, molte di più di quelle della comunità che hanno asservito.

Numerose sono state fin’ora le azioni intraprese contro questa società e i suoi stabilimenti, da parte di svariate realtà, le quali han sensibilizzato, bloccato e sabotato questa fabbrica di sterminio, attraverso molteplici azioni negli ultimi anni. La possibilità di creare loro malfunzionamenti nel sistema di produzione, o bloccare dei turni di lavoro nel tentativo di arrecare il maggior danno possibile ai loro profitti e ai loro consensi, è già di per se un obbiettivo che rende valido ogni tentativo, nel tentativo di arginare il percorso di sangue che la crescita dei loro bilanci e dei loro stabilimenti porta con sé.


OMICIDIO DI STATO NEL CARCERE DI BANCALI

Posted: Maggio 26th, 2017 | Author: | Filed under: Dossier, General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su OMICIDIO DI STATO NEL CARCERE DI BANCALI

Ieri un prigioniero del carcere di Bancali si è tolto la vita. I sindacati della polizia penitenziaria definiscono “inaccettabile che fatti del genere possano accadere in strutture così nuove”.

Per noi è inaccettabile che chi di lavoro fa l’aguzzino si esprima su un fatto del genere; inaccettabile è scandalizzarsi che un uomo decida di togliersi la vita solo perché si tratta di una “struttura nuova”; inaccettabile è non denunciare che è il carcere a togliere la vita, dopo la libertà; inaccettabile sono i miliardi investiti nel costruire galere; inaccettabile sono i 45 suicidi avvenuti nel solo 2016; inaccettabile sono le angherie e i soprusi a cui ogni prigioniero è sottoposto; inaccettabile è la retorica della “sicurezza” che negli ultimi anni, come dimostra anche l’ultimo rapporto dell’AssociazioneAntigone, ha creato un effetto paradosso per cui diminuiscono i reati ma crescono le persone rinchiuse. Inaccettabile è continuare a pensare che è giusto che chi sbaglia paga..e chi finisce in carcere, si sa, qualcosa di sbagliato l’ha fatto, senza riconsiderare che “giusto” in questa società è chi sfrutta i lavoratori e li condanna a morire perché la sicurezza costa, “giusto” è chi usa i soldi dei risparmiatori per speculare in borsa, “giusto” è chi avvelena la terra e si prende pure gli incentivi per le rinnovabili. Questa giustizia non è la nostra. Questa morte, l’ennesima, non è “inaccettabile”. Si chiama omicidio. Omicidio di Stato.

Alleghiamo di seguito il XIII Rapporto sulle condizioni di detenzione  http://www.associazioneantigone.it/tredicesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione.


Vengo anch’io, no tu no..vengo anch’io, no tu no.. Ma perché?? Perché NO…..BASI.. !

Posted: Maggio 24th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Vengo anch’io, no tu no..vengo anch’io, no tu no.. Ma perché?? Perché NO…..BASI.. !

 

Abbiamo appreso con felicità che le compagne e i compagni della Dynamo Dora Rugby, hanno rifiutato una richiesta di partecipazione al torneo da loro organizzato della Sigonella Hoplite Rugby Club, (squadra femminile di rugby della base Nato in Sicilia). Noi crediamo che la lotta alla guerra e all’imperialismo si debba servire di gesti del genere, ricordando che è molto importante bloccare un’esercitazione militare ma è altrettanto importante bloccare l’inserimento dei militari nel contesto civile e la loro partecipazione a eventi simili, perché come hanno detto le compagn*: “non basta togliersi la divisa e infilarsi una maglietta da rugby per far finta di essere “solo delle ragazze che giocano a rugby”. Quindi non possiamo che essere solidali con questo gesto e augurarcene tanti altri… NO alla guerra e lunga vita alla Dynamo Dora Rugby... in allegato il comunicato delle compagne e i compagni, buona lettura:

Negli ultimi giorni ci siamo trovati al centro di un’aspra polemica legata alla nostra Festa del Rugby Popolare. Pochi giorni fa abbiamo infatti ricevuto la richiesta di una squadra femminile, la Sigonella Hoplite Rugby Club, che ci chiedeva di poter partecipare al torneo da noi organizzato. Incuriositi dal nome insolito, è stato facile scoprire che si trattava di una rappresentanza sportiva della base militare Nato di Sigonella, in Sicilia. Non abbiamo avuto alcun dubbio nel rispondere e abbiamo ribadito con poche frasi, scanzonate ma decise, l’incompatibilità dell’evento con soldati, militari e guerrafondai di ogni genere.

Sigonella è una tra le più importanti basi aeronautiche Nato, in Italia e nel Mediterraneo, che militarizza da sessant’anni un territorio a discapito della popolazione locale ed è coinvolta con un ruolo di primo piano nello sviluppo del progetto MUOS. Quest’ultimo consiste nella costruzione di un sistema di telecomunicazioni satellitari e radar che serve ad orientare gli aerei militari, ha un gravissimo impatto ambientale ed è gestito dal dipartimento della difesa statunitense. Storicamente la popolazione siciliana si è sempre opposta a questa presenza coatta con mobilitazioni popolari, non ultimo il Comitato No Muos. Le più recenti notizie riguardano la concessione della base per l’utilizzo di droni e aerei spia che serviranno in missioni di guerra.

Come Dynamo Dora Rugby abbiamo sempre sostenuto le lotte popolari. Abbiamo deciso di farlo partecipando a tornei, iniziative ed eventi legati ai valori che ci rispecchiano: l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo. Crediamo da sempre nei principi dell’autorganizzazione e della solidarietà, siamo al fianco delle lotte contro le ingiustizie sociali e appoggiamo fermamente il movimento contro l’alta velocità in Valsusa. Questi valori si concretizzano nella nostra idea di sport, che non vogliamo neutrale né indifferente, ma partigiano, radicato nella nostra idea di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Condividiamo questa prospettiva con una rete di realtà, squadre e palestre con cui tentiamo di dare corpo ogni giorno ad un’idea di sport differente.

Questo è il retroterra che ha motivato un rifiuto per noi ovvio, il quale ha suscitato sui social una canea che non ci aspettavamo. “Il rugby non divide, unisce sempre”, “lo sport è al di sopra delle questioni politiche”, questo è il tema ricorrente nei commenti di chi non ha condiviso la nostra scelta di escludere la partecipazione delle “sigonelle”: la squadra di rugby femminile della base Nato siciliana. Precisiamo: non abbiamo impedito a delle “ragazze come tutte le altre” di partecipare e rinnoviamo l’invito a chiunque, quale che sia la sua nazionalità. Abbiamo invece impedito la partecipazione di un gruppo militare, a cui rinnoviamo il nostro invito a lasciare il pianeta, in piena coerenza con l’antimilitarismo che ci definisce. Se le soldatesse volessero rinunciare al loro incarico e rinnegare il loro mandato, saremmo incondizionatamente disponibili ad accoglierle festanti, abbracciarle e condividere il nostro barbecue e un bel momento di sport. Dubitiamo tuttavia che possa accadere… e allora ci spiace, ma non basta togliersi la divisa e infilarsi una maglietta da rugby per far finta di essere “solo delle ragazze che giocano a rugby”. Perché lo sport unisce, ma non può essere indifferente. Indifferente per esempio rispetto alla funzione della base di Sigonella. Troppo spesso si sente parlare a vanvera di una presunta neutralità del rugby, ci viene imposta la narrazione di uno sport specchio di una società priva di conflitti, in cui bisogna includere tutto e tutti, ma non la politica. Il nostro criterio invece è quello di unire attraverso contenuti forti, di viverli giornalmente negli spogliatoi, in campo e in città, anteponendoli anche alla competizione e al successo agonistico. Per due interi giorni la nostra pagina facebook è stata sistematicamente bombardata da critiche, insulti e attacchi verbali.

Ci teniamo innanzitutto a precisare che le dichiarazioni fatte non provengono dalla bocca del nostro allenatore ma da una squadra tutta, che ha deciso di organizzarsi orizzontalmente senza scale gerarchiche

Soffermiamoci un istante ad analizzare il tenore e la provenienza di questi commenti. Se ci sono stati alcuni rilievi genuini alla forma del nostro rifiuto, siamo stati perlopiù sommersi da invettive di chiara provenienza: insulti omofobi scritti in inglese da soldati delle basi, post infuriati di poliziotti mossi da spirito corporativo, messaggi privati che inneggiano al duce e candidati locali della lega nord che si proclamano candidamente nazionalsocialisti. Dulcis in fundo ci siamo imbattuti in un articolo di “alto giornalismo” contro l’intolleranza nel rugby, che paragona l’accaduto a un precedente episodio accaduto a Roma qualche anno fa, quando a un militante neofascista è stato impedito l’ingresso nel campo dell’ex Cinodromo occupato per disputare una partita. L’aspetto divertente è che l’autore dell’articolo in questione sia lo stesso fascista coinvolto nella vicenda, ed è inutile dire che ci riconosciamo nel gesto esemplare dei fratelli e delle sorelle degli All Reds, perché di certi rifiuti e certe scelte facciamo una bandiera. Rivendichiamo insomma pienamente i motivi della nostra decisione e rilanciamo questo comunicato, con cui abbiamo voluto prendere parola e chiarire la nostra posizione, invitando tutte le realtà rugbistiche a noi affini, ma più in generale il mondo dello sport popolare, partigiano e solidale, a condividerlo e a sostenerci.

È in questo spirito che chi vorrà condividere con noi due giornate di rugby e di festa è il benvenuto, il 2 e 3 giugno al Motovelodromo di Corso Casale.

Vivo, sono partigiano. Per questo odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Le giocatrici e i giocatori della Dynamo Dora Rugby


Cena libertaria // Ricordi di una rivoluzione // 15 Giugno 2017

Posted: Maggio 24th, 2017 | Author: | Filed under: Dossier, General, Iniziative, Spazio Sociale | Commenti disabilitati su Cena libertaria // Ricordi di una rivoluzione // 15 Giugno 2017


AL LUPO AL LUPO… E L’AGNELLO CI CASCA

Posted: Maggio 24th, 2017 | Author: | Filed under: Dossier, General, Prigioni e dintorni | Commenti disabilitati su AL LUPO AL LUPO… E L’AGNELLO CI CASCA

Mentre sempre più soldi vengono stanziati per esercito, armamenti e missioni, mentre tutte le spese nel sociale si abbassano e crescono solo quelle del business securitario, lo Stato continua la sua azione contro il grande problema che regna nella quotidianità di ognuno di noi, quello a cui pensi quando ti arriva la busta paga o la bolletta, o quando vai a fare una visita medica: il migrante! Eh, sì è lui, è ormai sicuro: la causa di ogni male. E così mentre la caccia alle streghe prosegue, tutto ciò che ci circonda viene piano piano, silenziosamente, smantellato. Non ce ne accorgiamo, abbiamo un problema più grande a cui pensare: il migrante.

E per rispondere a questo impellente problema, lo Stato aggiungere un nuovo tassello: sono i centri permanenti per il rimpatrio, da sostituirsi ai CIE. Già a gennaio 2017 il governo aveva confermato la costruzione di nuovi centri che fossero di dimensioni più piccole, preferibilmente fuori dalle città e vicino ad aeroporti.

Ecco dove sorgeranno i nuoci CPR. Tra questi, Iglesias e, guarda caso, sarà usata la vecchia struttura del carcere dismesso per rinchiudere i migranti. Non c’è di che stupirsi, ma soprattutto c’è poco da aggiungere dato che questo nuovo centro sorge proprio in un vecchio carcere, cosa possiamo aggiungere a ciò che già ci stanno esplicitamente dicendo?

L’apertura di questo nuovo lager per migranti si inserisce, quindi, dentro un piano ben più vasto che proprio nella nostra isola ha visto la sua realizzazione con la costruzione negli ultimi anni di 4 nuove galere con sezioni di massima sicurezza (costruite ben lontane dai centri abitati, con enorme speculazione0 del bussines penitenziario), l’apertura della fabbrica di bombe di Domusnovas e la sua annunciata espansione, e infine la diffusione della presenza militare.

Strutture di uno stesso cerchio: eserciti che si allenano e fabbriche che esportano bombe, tutte a ingrossare il business militare che provoca, lontana da noi, quelle stesse guerre e quelle stesse carestie da cui fuggono i migranti … e quando dopo gli interminabili viaggi arrivano qui, tutto è pronto per rinchiuderli nei CPR o se si riesce direttamente in galera. Quattro tasselli (basi, fabbriche d’armi, CPR e galere) di uno stesso piano in cui il Capitale, con l’avvallo delle leggi e della forza dello Stato, unisce il profitto allo sfruttamento.


Contro carcere, isolamento, differenziazione Solidali con il prigioniero Davide Delogu

Posted: Maggio 24th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Contro carcere, isolamento, differenziazione Solidali con il prigioniero Davide Delogu

Di seguito l’ultima lettera arrivata da Davide dopo la sua tentata evasione, avvenuta il primo maggio 2017 nel carcere di Augusta, Siracusa, ove si trova imprigionato. 

Isolamento di Brucoli, 5.5.2017

…mi trovo in una cella liscia tutta sigillata, senza niente, mangio per terra ma con la dignità di sempre di non essere mai soggiogato da ciò che impongono i miti di infallibilità che si costruiscono sulla perfezione del potere carcerario. Vi sono sempre degli spazi, delle falle che rilevano la sua debolezza.
Unica mia sfiga è stato il vento, che ha spezzato per ben due volte i bastoni legati di lungo che sorreggevano gancio e corda. Ho perso tempo per aggiustarli e alla fine sono riuscito ad agganciare il muro di cinta, ma vi erano già fuori le sentinelle armate pronte a sparare, considerando che ho iniziato l’azione arrampicandomi dal passeggio e avendo pochi minuti a disposizione.
Ho proposto una campagna di liberazione che dovrebbe già essere pubblicata su CNA (https://www.autistici.org/cna/2017/05/12/comunicato-del-compagno-anarchico-sardo-davide-delogu-e-aggiornamenti/)
Per avere questa penna, il bollo e i fogli ho dovuto battagliare per 5 giorni. Ora sono in attesa del consiglio di disciplina, del trasferimento e della conseguente applicazione del fottuto 14 bis.
Non so neanche se partirà questa, perché qui la tensione si taglia a lamette.
Lotta per la liberazione! Un abbraccio!
Davide
 

Qui sotto il volantino diffuso il 17 maggio durante il presidio al tribunale di Cagliari in solidarietà a Davide 

 

Contro carcere, isolamento, differenziazione

17 maggio: presidio al tribunale di cagliari

Ripercorriamo qui di seguito i fatti accaduti a partire dalle rivolte nel carcere del Buoncammino nella primavera del 2013. Oggi quel carcere è stato chiuso, i detenuti trasferiti altrove, alcuni sono stati perseguitati per non aver taciuto gli abusi e i trattamenti disumani ricevuti, propri di ogni carcere. Vogliamo che questa udienza diventi occasione per cogliere e ribadire l’importanza di quelle lotte e portare solidarietà a chi è processato per il coraggio e la determinazione nel lottare contro il carcere.

Il 17 maggio è il giorno di una nuova udienza, a Cagliari, del processo contro Davide Delogu per le mobilitazioni avvenute fra la primavera e l’estate del 2013 nel carcere cagliaritano del Buoncammino, ora chiuso. Quel periodo è stato caratterizzato da diverse proteste in tante carceri italiane anche per via del sovraffollamento (quasi 70 mila persone detenute a fronte di una capienza regolamentare di poco più di 40 mila posti) che aveva portato ad una condanna da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), il cui pronunciamento finale era atteso per il 17 giugno 2013 (e poi prorogato al 24 maggio del 2014).

In quel contesto si inserisce la mobilitazione dei prigionieri del Buoncammino, cominciata il 25 maggio, con uno sciopero del carrello durato per quattro giorni, e accompagnata da un comunicato firmato da 301 detenuti. Le richieste riguardavano un’amnistia generalizzata, l’abrogazione dell’art. 41 bis o.p., dell’ergastolo ostativo, della recidiva, dell’art. 4 bis o.p. e, in generale, la fine dei ricatti e della differenziazione che sono propri del trattamento individualizzato e premiale, finalizzato a produrre “collaboratori di giustizia”. Non ultime, vengono denunciate le condizioni di sovraffollamento, la carenza di ore d’aria e di socialità, le condizioni fatiscenti dell’istituto di pena, che insieme provocano malattie derivate dalla detenzione, continui atti di autolesionismo e omicidi di stato, chiamati suicidi. Il comunicato precisa che la data del 25 maggio viene scelta come inizio della protesta perché in concomitanza si svolgeva una manifestazione a Parma “Contro carcere, differenziazione, 41 bis e isolamento, per la solidarietà di classe, a sostegno delle lotte di tutti i detenuti”.

Dopo il blocco totale della posta in uscita, messo in atto dalla direzione del carcere cagliaritano, il 17 giugno inizia uno sciopero dell’aria che si protrae per due giorni e che viene immediatamente attaccato dalle guardie con una perquisizione generale, durante la quale le celle vengono devastate senza alcun ritegno, con una chiara finalità intimidatoria e persecutoria. I prigionieri riescono a far uscire un secondo comunicato, che mette in luce la carenza delle ore d’aria giornaliere e le anguste condizioni dei passeggi, chiamati non a caso “quartini” – nonostante fosse presente un grande passeggio, mai utilizzato –, ed esprime la volontà di unirsi alle proteste e agli scioperi che avvengono in quei giorni in altre carceri. Questo secondo scritto è firmato da 134 prigionieri, che sarebbero potuti essere ben di più, se i detenuti dei due bracci del carcere, isolati tra loro, fossero riusciti a mettersi in contatto. All’esterno di queste carceri in lotta non mancano diverse iniziative solidali e un tentativo di coordinamento di una mobilitazione unitaria per l’amnistia generalizzata, contro la tortura, l’isolamento, le morti e l’ergastolo.

Il 9 luglio il Buoncammino è nuovamente in fermento: nell’ala sinistra del carcere alcuni prigionieri si barricano dentro le celle, bruciano delle suppellettili ed espongono tre striscioni, uno dei quali con scritto “NON SIAMO BESTIE”. Subito con un tam-tam vengono informati parenti, amici e alcuni compagni, che formano un presidio all’esterno. L’aria si surriscalda, è già tramontato il sole. All’interno del braccio si verificano diversi black-out, accompagnati dalle battiture rabbiose, dalle bombole del gas che gettate dalle finestre vengono fatte esplodere verso l’esterno del braccio, e dal bagliore del fuoco appiccato all’interno in diversi punti. Fuori, una calorosa risposta dei presidianti contribuiva ad alimentare il caos facendo scoppiare dei petardi. I barricati pretendono l’arrivo tempestivo dei giornalisti ai quali, dalle finestre, descrivono le condizioni detentive inaccettabili e tutto lo schifo del Buoncammino. Il giorno dopo il direttore passa in ogni cella e minaccia di trasferimento immediato chiunque apra bocca; quando fuori arrivano i compagni per portare nuovamente solidarietà non c’è quasi nessuna risposta: l’intimidazione ha sortito l’effetto cercato e i ribelli barricati vengono trasferiti, come spesso succede, al fine di spezzare la solidarietà tra i prigionieri. Uno di loro verrà pestato e trasferito a Lanusei. Il 9 luglio è anche la data d’inaugurazione del nuovo supercarcere di Bancali (SS), alla presenza dell’allora ministro della Giustizia Cancellieri.

Il 25 luglio Davide viene trasferito al Pagliarelli di Palermo e il 3 agosto gli viene applicato l’isolamento del 14 bis per 6 mesi. Il provvedimento del DAP cita tutta una serie di punti, tanto per mettere più legna possibile sul fuoco, che possano giustificare la sua “elevata pericolosità”: mette in primo piano la sua “intenzione di evadere” e lo indica come “promotore ed organizzatore di forme di protesta” (citando quella del 25 maggio) per i diversi presidi realizzati all’esterno; evidenzia i rapporti disciplinari presi negli ultimi 7 mesi, la sua “contiguità agli ambienti anarchici” e altre varie argomentazioni sostenute dal loro linguaggio tendenzioso. Come da dispositivo, Davide può avere in cella solo il tavolo, la branda, lo sgabello; ha diritto a due ore d’aria da solo, un colloquio al mese (disposto dal direttore) e dovrebbe avere almeno la radiolina, che non gli daranno se non dopo diverse proteste.

Da quella data fino a oggi Davide è quasi sempre stato in isolamento (il 14 bis può durare massimo 6 mesi ma può essere prorogato per soddisfare il sadico piacere del DAP) e non è più uscito dalla Sicilia, passando dalle carceri di Caltanissetta, Agrigento e infine Augusta, da cui ha tentato recentemente di evadere, senza purtroppo riuscirci. I pochi e soli momenti di socialità e comunicazione sono stati quelli per i processi che, nonostante le lunghe e faticose traduzioni, costituiscono occasione d’incontro, di solidarietà e di lotta comune contro il carcere, l’isolamento e la repressione. Non è un caso, infatti, che sull’onda inesauribile dell’emergenza mafia-terrorismo si stia progressivamente generalizzando una legislazione speciale che, tra l’altro, mira a estendere il processo in videoconferenza: se fino ad oggi molte delle richieste di processo a distanza sono state disattese – per i compagni No Tav, come pure per Davide in passate udienze –, il ddl Orlando di riforma della giustizia, attualmente in discussione in Parlamento, punta a rendere normale ciò che era nato come eccezionale, esclusivo per chi sottoposto al 41 bis.

La storia di Davide è una storia comune a tanti altri prigionieri che non sono disposti a barattare la propria integrità e dignità in cambio di qualche beneficio e che per questo vengono puniti anzitutto con l’isolamento totale e prolungato nel tempo, in luoghi lontani da familiari e amici, e privati della possibilità di comunicare. L’isolamento, con le vessazioni accessorie che favorisce, costituisce da sempre una leva efficace in mano agli aguzzini del DAP e ai suoi servi esecutori, per tentare di domare la determinazione a ribellarsi dei prigionieri più coscienti. Così è successo ai prigionieri in lotta a Ivrea, nel novembre dell’anno scorso, trasferiti ad altre carceri e messi in isolamento; così succede a Maurizio Alfieri, di recente trasferito dal carcere di Milano-Opera alla sezione di isolamento di Napoli-Poggioreale a causa della sua irriducibile sete di giustizia; così è successo a centinaia, migliaia di detenuti, che negli ultimi decenni hanno attraversato le carceri speciali, le sezioni di isolamento, l’Alta Sicurezza, il 41 bis, ovvero tutto l’armamentario che la controrivoluzione ha sviluppato e mantenuto, per arginare quel poderoso ciclo di lotte che ha attraversato il nostro paese per almeno un ventennio.

Contro il carcere, l’isolamento, la differenziazione e la violenza assassina dei padroni, del loro stato e dei loro cani da guardia: il 17 maggio davanti al tribunale di Cagliari.

Per sostenere le ragioni delle lotte portate avanti nel carcere di Buoncammino e nelle carceri di tutta Italia.

Per continuare la lotta, il 20 maggio saremo davanti al carcere di Livorno, per non dimenticare Stefano Crescenzi e tutti gli altri morti di stato.

15 maggio 2017, OLGa

Per leggere integralmente i comunicati e le lettere giunte dal Buoncammino nel 2013 si vedano gli opuscoli n.80 e 81 in www.autprol.org/olga


Venerdì 19 e Sabato 20 Maggio // Due giorni di dibattito sul medio oriente

Posted: Maggio 19th, 2017 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Venerdì 19 e Sabato 20 Maggio // Due giorni di dibattito sul medio oriente